Parliamo spesso di tecnologia, qualche volta di tendenze… ma cosa pensano, come agiscono, cosa cercano gli interior designer? Come scelgono i loro fornitori di materiali stampati? Ne abbiamo intervistate quattro, tutte donne (non l’abbiamo fatto apposta, lo giuriamo), che ci hanno raccontato il loro punto di vista. Con qualche sorpresa.
- Lia Lovisolo | architetta e interior designer | Liadesign
- Michela Martini | architetta feng shui | Spazi Fluidi | Abitare gli spazi dell’anima
- Roberta Borrelli | architetta e blogger | Make Your Home
- Valentina Viola | architetta | Studio Viola
Conosci le potenzialità della stampa (soprattutto digitale) e la usi nei tuoi progetti? In che modo?
Sì, ne conosco bene sia gli aspetti estetici che gli aspetti tecnici, soprattutto della carta da parati, il materiale stampato che uso più frequentemente. Ormai i wallpaper hanno prestazioni tecniche che li rendono utilizzabili anche negli ambienti umidi, come le cucine o i bagni, quindi offrono moltissimi campi di applicazione. Oggigiorno non ci sono limiti nella progettazione, si può veramente fare di tutto. Certo, bisogna combattere il preconcetto diffuso che la carta da parati sia di uso limitato per motivi tecnici ed estetici. Bisogna spiegare al cliente che esistono resine protettive e impermeabilizzanti che si possono applicare sopra la carta da parati, e poi ne esistono anche in fibra di vetro. E per quanto riguarda i design, bisogna adattare sempre la proposta al contesto, alle necessità del cliente e alla sua indole, cercando di non seguire per forza i trend del momento. Ora per esempio va di moda il tropical, ma non tutti sono per le fantasie eccentriche, tanti preferiscono qualcosa di soft. La scelta del design è un aspetto cruciale anche perché i wallpaper non sono ancora molto economici, in media, e quindi cambiarli non è così semplice come cambiare il colore di una parete. Se uno investe diverse migliaia di euro in carta da parati, prima di eliminarla ci pensa bene. Attualmente l’aspetto economico ha ancora un peso importante anche in sede di accettazione della proposta: un’idea inizialmente approvata nel progetto, può essere cassata quando arrivano i preventivi. Un altro aspetto che influisce molto dalla teoria alla pratica è il fatto che queste carte da parati a volte sono molto articolate: sono dei dipinti a tutta parete, non hanno motivi ripetuti. Quindi l’applicazione non è facile, ci vogliono applicatori specializzati che tutelino il cliente e che garantiscano la qualità della posa, ma questo ha un costo. Insomma, adesso è più facile usare i wallpaper nei progetti di interior design rispetto a due anni fa, ma si incontrano comunque delle remore.
Come influiscono sui tuoi progetti le tecnologie di stampa più nuove? Le conosci, le cerchi, ti vengono proposte da fornitori all’avanguardia?
Mi è capitato di ricevere proposte di materiali o prodotti nuovi da stampatori e brand, come per esempio di film per il wrapping. Io però uso principalmente carta da parati. La mia principale fonte di informazione sono le fiere. Ormai i produttori di carte da parati non solo hanno un proprio stand, ma collaborano anche con altri produttori, a cui forniscono i loro prodotti come sfondo dei set. È quasi impossibile non conoscere i wallpaper.
Ti è mai capitato di creare carte da parati ad hoc, o qualche tuo cliente ti ha chiesto di farlo?
Mi è capitato che dei clienti abbiano voluto una carta da parati con un disegno su misura, e hanno scelto loro lo stampatore. Io ho fatto il progetto, loro si sono occupati della stampa e dell’applicazione.
Negli ultimi anni secondo te il modo di progettare è cambiato grazie alle nuove tecnologie di stampa, o è rimasto immutato?
Secondo me è cambiato. Le tecnologie di stampa permettono di essere più creativi, proprio nel momento giusto, ora che si comincia a uscire dal dominio del minimalismo e si è più propensi a decorare gli ambienti. Il fatto che le tecnologie di stampa offrano la possibilità di decorare luoghi della casa che prima non si credeva di poter decorare ha cambiato il modo di progettare. Oggi si è invogliati a progettare in maniera creativa utilizzando la decorazione. Prima si era meno propensi, ma soprattutto per questioni pratiche: io posso anche immaginarmi un ambiente fatto in un determinato modo, ma se poi non trovo il riscontro concreto nella produzione cade la proposta. Invece quando una cosa, oltre a pensarla, la posso anche realizzare, questo inevitabilmente apre le porte a molte possibilità. Per esempio, spesso noi architetti dobbiamo confrontarci con vincoli impiantistici, come lo split dell’aria condizionata, che è sempre orrendo, anche se di design, e non si sa come mascherarlo, visto che di solito è in materiale plastico e non si può dipingere facilmente. In questo caso, il wrapping potrebbe essere un’idea. Questo vale sia nel caso in cui venga messo su una parete con carta da parati, che su una a tinta unita: wrappato, il condizionatore sparisce.
Com’è il loop? Sono cambiate le richieste, e quindi si può rispondere usando tecnologie di stampa, oppure sono le tecnologie a far cambiare i gusti?
Secondo me l’architetto sta nel mezzo: si informa, e quindi sulla base di cosa offre il mercato delle tecnologie di stampa riesce a proporre ai propri clienti soluzioni più o meno variegate, più o meno efficaci. È lui che ha il compito di approfondire: il cliente mediamente non conosce materiali e aspetti tecnici. È lui che induce il cliente a scoprire le potenzialità della tecnologia e ad applicarle in casa propria.
Hai fornitori specifici per quanto riguarda la stampa e le cose stampate?
Ce ne sono tantissimi, c’è da sbizzarrirsi. I principali brand che uso nei miei progetti sono Wall & Decò, Glamora, Inkiostro Bianco, Cole and Son, Texta Wallpaper. A questi si aggiungono brand emergenti o di nicchia, oppure linee in edizione limitata realizzate in collaborazione con designer di grido, che propongono cose più particolari e creative.
Come ti aggiorni riguardo alle nuove tecnologie?
Mi informo leggendo riviste di settore, navigando i siti dei produttori, e soprattutto vado alle fiere. Ogni tanto qualche cliente mi dà uno spunto, io approfondisco e magari scopro qualcosa che non conoscevo.
Conosci le potenzialità della stampa (soprattutto digitale), e la usi nei tuoi progetti? In che modo?
Come architetto sono maggiormente interessata al potenziale decorativo rispetto alla pura e semplice tecnologia. Certo, mi interessa conoscere gli aspetti tecnici della stampa, ma solamente nella misura in cui mi aiutino a migliorare un ambiente, un progetto. Gli aspetti meramente tecnici tendo a lasciarli, appunto, agli addetti ai lavori. Ricordiamo che gli architetti e gli interior decorator sono figure professionali eclettiche, che devono conoscere molte cose provenienti da settori anche molto diversi tra loro. Per questo bisogna ottimizzare il tempo e le energie, e concentrarsi solamente sugli aspetti necessari per realizzare un progetto, senza disperdersi in approfondimenti non strettamente necessari.
Come influiscono sui tuoi progetti le tecnologie di stampa più nuove? Le conosci, le cerchi, ti vengono proposte da fornitori all’avanguardia?
Pur non avendo approfondito la tecnologia di stampa usata, negli anni Ottanta i miei progetti erano pieni di pareti decorate. Poi sono cambiate le tendenze e le carte da parati sono scomparse per vent’anni. Ricordo che qualche tempo fa avevo bisogno di realizzare un’immagine naturalistica, un paesaggio marino, grande quanto un’intera parete, e l’ho fatta stampare su carta semplice. È stato approvato proprio in questi giorni, invece, il progetto che vedrà Segnobit, azienda di stampa specializzata nel rivestimento di grandi superfici, realizzare una carta da parati customizzata. L’immagine scelta dal cliente, su mia proposta, verrà stampata su una carta da parati con una texture particolare. Poi, una volta applicata, verrà decorata a mano e impreziosita con cristalli, orpelli in metallo e foglia d’oro, diventando così un pezzo unico. Questa proposta è stata scelta dal cliente perché, pur preziosissima, facilita la lavorazione artigianale e consente di contenere i costi rispetto ad altre tecniche, come il dipinto su parete. In questo caso, Segnobit, da cui mi rifornivo di altri materiali, ha colto la mia esigenza e mi ha illustrato le potenzialità della stampa digitale, convincendomi della bontà della soluzione proposta. Non è la prima volta che un produttore coglie l’occasione di mostrarmi la sua azienda e la sua offerta: per esempio, ricordo un viaggio a Valencia, ospite dell’azienda ceramica Porcelanosa, dove ho potuto osservare tutto il processo di produzione e decorazione delle piastrelle.
Negli ultimi anni secondo te il modo di progettare è cambiato grazie alle nuove tecnologie di stampa o è rimasto immutato?
È sicuramente cambiato. Indipendentemente dal fatto che io ne faccia uso o meno, cosa che dipende anche dal mio target, vedo che la tecnologia di stampa digitale viene usata molto spesso. Penso per esempio alla stampa su Plexiglass per realizzare diffusori luminosi, oppure su altri materiali trasparenti retroilluminati, alle carte da parati, alle piastrelle decorate.
Com’è il loop? Sono cambiate le richieste, e quindi si può rispondere usando tecnologie di stampa, oppure sono le tecnologie a far cambiare i gusti?
Sono più le tecnologie e i produttori a far cambiare i gusti, a cogliere l’esigenza e farla diventare desiderio. Un utente medio, a meno che non sia davvero curioso e informato, difficilmente riesce a essere consapevole. È invece influenzato da quello che vede nelle riviste, alla tv, nei social. Piuttosto, è l’architetto che si fa portavoce della richiesta del cliente e può, in certi casi, influenzare i produttori e quindi le tecnologie.
Hai fornitori specifici per quanto riguarda la stampa e le cose stampate?
Non direi di avere dei fornitori fissi e specifici per quanto riguarda la stampa. Mi servo spesso, invece, di produttori di carte da parati e ceramica: Wall & Decò, Carte da parati degli anni 70, Ananbo, Porcelanosa, Graniti Fiandre. Poi in realtà trovo modi inediti per usare oggetti stampati: per esempio mi è capitato di utilizzare come rivestimento per la cucina delle salviette stampate con motivi tipo azulejo. Attraverso la tecnica del decoupage sono state incollate su un piano in MDF e poi impermeabilizzate con una resina speciale.
Come ti aggiorni riguardo alle nuove tecnologie?
Frequento le fiere, leggo articoli su blog o siti di fornitori, e poi c’è sempre Google.
Conosci le potenzialità della stampa (soprattutto digitale), e la usi nei tuoi progetti? In che modo?
Sono sincera, non sono un architetto particolarmente appassionato di tecnologia, ma l’uso dei materiali nel campo dell’interior è fondamentale e certamente l’avvento della stampa digitale ha cambiato di molto l’approccio progettuale nonché la possibilità di personalizzazione degli ambienti. L’uso più frequente negli ultimi anni è soprattutto legato al trend che ha visto ritornare in molte case l’uso della carta da parati ma anche sul tessile, per mia esperienza ha avuto il suo riscontro molto positivo.
Come influiscono sui tuoi progetti le tecnologie di stampa più nuove? Le conosci, le cerchi, ti vengono proposte da fornitori all’avanguardia?
Le nuove tecnologie di stampa mi offrono quella libertà di cui parlavo prima di personalizzare i miei progetti in un modo totalmente nuovo rispetto al passato. La mia ricerca avviene durante le fiere di settore, quei momenti dell’anno in cui riesco a ritagliarmi un po’ di tempo per curiosare e approfondire argomenti più legati alla sperimentazione sui materiali.
Negli ultimi anni secondo te il modo di progettare è cambiato grazie alle nuove tecnologie di stampa, o è rimasto immutato?
Non credo sia cambiato il modo di progettare in sé. Piuttosto, ciò che è cambiata è la possibilità di offrire una maggiore scelta all’utente finale senza gravare particolarmente sul budget.
Com’è il loop? Sono cambiate le richieste, e quindi si può rispondere usando tecnologie di stampa, oppure sono le tecnologie a far cambiare i gusti?
È chiaro che le tendenze sono lanciate anche in base ai nuovi prodotti che offre il mercato, ma non affermerei che sono queste a far cambiare i gusti. La mia specializzazione nella realizzazione di ambienti domestici mi porta a confermare che le richieste sono dettate ancora da altri fattori, le cose cambiano certamente nel mondo dell’exhibit e del retail.
Hai fornitori specifici per quanto riguarda la stampa e le cose stampate?
No, in questo momento non ho un fornitore specifico, dipende molto dal luogo in cui sto lavorando.
Come ti aggiorni riguardo alle nuove tecnologie?
Come dicevo prima, molto durante le fiere di settore, e poi da blogger oltre che da architetto il web resta sempre il mio canale di ricerca preferito.
Conosci le potenzialità della stampa (soprattutto digitale) e la usi nei tuoi progetti? In che modo?
No, non credo di poter dire di conoscere appieno le potenzialità della stampa digitale. Di solito uso le wallpaper senza chiedermi con quale tecnologia sono state realizzate. Per lo stile che ho nei miei lavori cerco sempre qualcosa che rimandi al passato e non al futuro. Mi sono occupata spesso di negozi e showroom, per cui ho avuto la possibilità di fare un lavoro più creativo rispetto al classico appartamento, nel quale decide chi lo vive anche in base a un mobilio esistente. Le decorazioni mi hanno permesso di creare ambienti caratteristici e anche di seguire il disegno del mobilio su misura. Ho cercato di dare al mio lavoro un taglio preciso che si è concretizzato in uno stile retrò un po’ “shabby chic”. Le mie preferenze vanno sempre a spazi con boiserie, o cornici in gesso, carte da parati, e particolari d’altri tempi. Mi piace molto l’impatto che si crea tra il moderno e l’antico: il mio è uno stile “mix and match”, dove elementi moderni e funzionali si accostano a oggetti del passato in favore di un effetto estetizzante.
Come influiscono sui tuoi progetti le tecnologie di stampa più nuove? Le conosci, le cerchi, ti vengono proposte da fornitori all’avanguardia?
Ho i miei showroom di riferimento che vendono materiali per rivestire o tessuti e wallpaper, a volte vado col cliente, a volte da sola, anche solo per fare un po’ di ricerca. Gli showroom più interessanti organizzano degli eventi formativi per presentare le novità o informare i tecnici come me sui loro prodotti.
Negli ultimi anni secondo te il modo di progettare è cambiato grazie alle nuove tecnologie di stampa, o è rimasto immutato?
Non so rispondere a questa domanda: io mi occupo di estetica e non di tecnologia. Personalmente, poi, ho scelto di non dedicarmi a progettare disegni per wallpaper o piastrelle: mi piace cercare e trovare quello che mi interessa nei prodotti in commercio.
Hai fornitori specifici per quanto riguarda la stampa e le cose stampate?
Mi piacciono molto le carte da parati di William Morris [designer tessile britannico dell’Ottocento, ndr] perché ha uno stile in linea con il mio gusto. Mi piace mixarlo con le cornici in gesso che gli fanno contenimento, creando un effetto tipo camerino. A proposito di stampe digitali, conosco quelle di Wall & Decò, che scalano l’immagine a seconda delle dimensioni della parete: mi sembrano tutte molto interessanti e anche il materiale di cui sono fatte è particolare perché ricorda più un tessuto che una carta. Nei miei progetti cerco di rendere tutto molto semplice e leggero mixando il moderno al retrò. Anche per i tendaggi spesso uso i tessuti di Morris o i velluti, che sono floreali e sontuosi, ma accostati ad ambienti semplici con idropitture sul bianco, grigio o colori a pastello… Ai miei clienti cerco di proporre materiali eleganti e decorati, ma magari tono su tono, per non esagerare. Mi piacciono molto, per questo, le piastrelle Mutina, sia per la ricerca cromatica che decorativa, o la linea Deco d’Antan di Tagina, che rivisita il passato in modo elegante e discreto. Comunque io porto i miei clienti nei miei showroom di fiducia e insieme cerchiamo i nuovi materiali e li scegliamo a seconda dello stile che vogliamo dare all’ambiente: per i rivestimenti andiamo da BHC Milano, per le wallpaper e i tessuti da Silva, sempre a Milano.
Come ti aggiorni riguardo alle nuove tecnologie?
Sulle nuove tecnologie mi aggiorno andando alle fiere e su internet, ma soprattutto lavorando. Per me ogni progetto è sempre un’avventura in cui cercare soluzioni nuove, e quindi anche materiali nuovi, che mi portano a scoprire nuove tecnologie che spesso ripropongo anche nel progetto successivo, adattandoli sulla base delle nuove esigenze. In generale mi piace fare entrare le persone nel mio mondo, che ha delle caratteristiche ben precise, ma trovo nella diversità del mio cliente sempre nuove sfide e stimoli. Anche quando sembra “troppo diverso”, è sempre lì, nell’incontro e talvolta scontro, che nasce l’unicità di un progetto.