La richiesta di garanzie ambientali sollevata dal mercato spinge la filiera tessile ad adeguarsi. Strumenti quali le certificazioni ambientali ed ecotossicologiche possono essere un supporto in questo percorso. Per capire quali sono le dinamiche dominanti in tale ambito, ci siamo rivolti a Centrocot, ente storico di riferimento per il settore del textile e unico istituto autorizzato al rilascio delle certificazioni autorizzato al rilascio OEKO-TEX in italia

Essere un’impresa ecologicamente sostenibile rappresenta oggi uno dei primi obiettivi della maggior parte delle realtà produttive attive nei diversi settori industriali. A chiederlo è il mercato stesso, laddove l’attenzione per l’ambiente e la consapevolezza della necessità di adottare strategie operative che rispettino il pianeta e chi lo abita sono cresciuti a tutti i livelli. Quella tessile è tra le prime filiere a essere chiamate in causa quando si tratta di tematiche green, sia per le caratteristiche dei processi produttivi – che tipicamente esercitano un impatto ambientale notevole – sia perché molti degli articoli tessili finiti – nell’abbigliamento e nell’arredamento in primis – sono destinati a un uso a contatto con la persona. Riduzione ed efficienza gestionale sono le parole d’ordine attuali di molti operatori tessili, il cui impegno si concretizza nell’eliminare – laddove tecnicamente possibile e realmente sostenibile – determinate sostanze pericolose o nel limitarne la concentrazione e l’utilizzo, oltre che nell’ottimizzare i consumi energetici e di risorse durante i processi. Tra gli strumenti di supporto a disposizione delle aziende impegnate in questo percorso di efficientamento operativo e produttivo vi sono le certificazioni. In Italia, uno dei centri di riferimento in ambito di certificazioni per il settore del tessile è Centrocot (Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento), che è anche l’unico istituto autorizzato a rilasciare le certificazioni OEKO-TEX®.

Il centro al servizio del tessile

Fondato nel 1987 e con oltre 80 dipendenti, Centrocot mette a disposizione delle imprese del settore del tessile e abbigliamento una serie di servizi specializzati, quali prove di laboratorio, ricerca e sperimentazione, assistenza tecnica e strategica, formazione, internazionalizzazione e certificazioni. L’istituto fa parte di OEKO-TEX® Confidence in Textiles – associazione internazionale che riunisce istituti di ricerca e sperimentazione indipendenti e opera con l’obiettivo di migliorare gli standard green dei prodotti e dei processi nell’ambito della filiera del textile.

Lavoriamo a stretto contatto con le aziende attive a tutti i livelli della filiera tessile italiana”, spiega Grazia Cerini, direttore generale di Centrocot. “Tuttavia, la nostra attività sul fronte delle certificazioni OEKO-TEX® si dispiega su più livelli, in quanto operiamo in sinergia con l’associazione a livello internazionale per portare avanti un discorso di ricerca, sperimentazione e prove di laboratorio volto a implementare continuamente le certificazioni esistenti e a crearne di nuove laddove necessario”.

Oltre a STANDARD 100 by OEKO-TEX® – la più nota e longeva – Centrocot segue anche le altre certificazioni legate a OEKO-TEX®, quali STeP by OEKO-TEX® ed ECO PASSPORT by OEKO-TEX®. Rilascia, inoltre, l’etichetta MADE IN GREEN by OEKO-TEX®.

“Come istituto, siamo il quarto all’interno dell’associazione a livello mondiale, mentre come Paese l’Italia è al sesto posto per numero di certificati STANDARD 100 emessi. Sono dati importanti perché dimostrano che, anche a fronte del boom del tessile in aree emergenti come Cina, India, Pakistan e Bangladesh, il nostro Paese mantiene nel tessile una posizione di rilievo e le aziende sono attente a non rimanere indietro sul fronte ambientale.

Grazia Cerini, direttore generale di Centrocot

Grazia Cerini, direttore generale di Centrocot

Tutto su STANDARD 100

Attiva dal 1993, STANDARD 100 by OEKO-TEX® è una certificazione di prodotto, ovvero garantisce che i prodotti tessili e i loro accessori non contengano o rilascino sostanze nocive per la salute dell’uomo. Durante l’iter di certificazione, il laboratorio dell’ente certificatore verifica la presenza o il rilascio di sostanze nocive (come pesticidi, metalli pesanti, ammine aromatiche cancerogene, formaldeide, coloranti allergizzanti, idrocarburi policiclici aromatici, VOC e altre) nei prodotti greggi, semilavorati e nei prodotti tessili finiti. Ciò significa che sono certificabili i diversi componenti di un articolo tessile, dai filati greggi e tinti a tessuti e maglie fino agli accessori – come bottoni, cerniere, filati cucirini o etichette – e ad articoli confezionati, quali capi di abbigliamento, tessuti da casa e arredamento, biancheria da letto, spugne.

Requisiti e limiti sono aggiornati annualmente sulla base delle più recenti scoperte scientifiche o di nuove restrizioni legali – che vengono discusse durante incontri tecnici periodici a cui partecipano tutti gli istituti membri dell’associazione. Si tratta di un aspetto fondamentale di questa certificazione, sia perché ne garantisce l’aggiornamento continuo rispetto ai cambiamenti legislativi di ogni Paese, sia perché ne eleva il livello di sicurezza, in alcuni casi persino oltre a quelli garantiti dalle leggi cogenti. Accade, infatti, che mentre alcune delle sostanze nocive sono già regolamentate per legge, altre – rilevate come dannose – vengano normate solo in alcuni Paesi: il lavoro di ricerca dei vari team locali fa sì che STANDARD 100 le recepisca tutte e le inserisca tra i propri criteri”, spiega Cerini.

Centrocot e le sue certificazioni

Fondato nel 1987 per volontà delle associazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali, degli enti pubblici (Camera di Commercio, Provincia, Comuni) e degli istituti di credito del territorio, Centrocot si pone l’obiettivo di sostenere le aziende di tutta la filiera del settore tessile e abbigliamento attraverso servizi specializzati. Con un team di oltre 80 persone, l’istituto ha sede a Busto Arsizio, dove ospita laboratori di prova, ricerca e sperimentazione, e aule per attività di formazione. Per Confidence in Textiles – oltre a STANDARD 100, STeP e MADE IN GREEN, Centrocot segue altresì ECO PASSPORT by OEKO-TEX®, volta a certificare i prodotti chimici, e LEATHER STANDARD by OEKO-TEX®, certificazione analoga a STANDARD 100 ma dedicata ai prodotti in pelle. Centrocot è, inoltre, autorizzato al rilascio di altri marchi cogenti e volontari, tra cui Marcatura CE, Marchio Comfort, Marchio Bioeffective e UV Standard 801.

Tutti i marchi OEKO-TEX® seguiti da Centrocot

Tutti i marchi OEKO-TEX® seguiti da Centrocot

STANDARD 100 è una certificazione volontaria, sono dunque le aziende a richiedere di accedere all’iter di verifica e certificazione per specifiche linee di prodotto. La validità è di un anno, allo scadere del quale il certificato può essere rinnovato, previa una verifica da parte dell’ente certificatore. “Da quando siamo partiti – 25 anni fa – abbiamo sempre registrato trend positivi (anche a doppia cifra) in termini di aumento delle domande di certificazione nel nostro Paese. Solo negli ultimi anni si è verificato un rallentamento – forse fisiologico vista la storicità della certificazione: nel 2016 l’incremento è stato del 3.1%. A livello mondiale, l’incremento è rimasto esponenziale, oltre al 10%”. Tra i punti di forza di STANDARD 100 by OEKO-TEX®, i test di laboratorio accurati e specifici per il settore tessile e il sistema modulare che è stato attivato: laddove nell’articolo da certificare vi sono componenti già certificati STANDARD 100, questi non vengono sottoposti a test. “Ce lo consente il fatto che operiamo in grande sintonia: siamo un gruppo di organismi indipendenti che lavorano con un unico protocollo di riferimento.” Ad aumentare il livello di controllo sono le verifiche a campione effettuate su prodotti certificati prelevati dal mercato e gli audit presso le aziende certificate – realizzati ogni tre anni – per un ulteriore riscontro rispetto alla compatibilità delle procedure.

Verificare il processo: STEP by OEKO-TEX®

Introdotta tre anni fa, STeP by OEKO-TEX® è una certificazione di processo che integra l’attenzione al prodotto garantita da STANDARD 100. Si rivolge alle aziende attive nel settore tessile e si concentra sulla verifica di tutti i processi produttivi – filatura, tessitura, nobilitazione, finissaggio, confezione. Tra le sue peculiarità, l’essere stata studiata e formulata su misura per il settore tessile dell’abbigliamento: i requisiti e i criteri di certificazione sono mirati e standardizzati in tutto il mondo e vengono costantemente aggiornati in funzione degli sviluppi di mercato, delle nuove normative e dell’innovazione scientifica e tecnologica. Tali requisiti si riferiscono a sei aree specifiche: protezione dell’ambiente, salute e sicurezza dei lavoratori, responsabilità sociale d’impresa, sicurezza dei prodotti chimici utilizzati, sistema di gestione ambientale, sistemi di gestione qualità.

Il valore di questa certificazione è duplice. Da un lato, le aziende che decidono di conseguirla intraprendono un percorso finalizzato al miglioramento continuo – necessario per consentire di salire di livello rispetto agli step stabiliti dall’iter certificativo”, racconta Cerini. “Dall’altro, all’esterno questa certificazione rappresenta un ottimo biglietto da visita, in quanto dimostra l’impegno dell’azienda nell’ambito della sostenibilità ambientale.” A ottobre 2016, le aziende certificate STeP in tutto il mondo erano 89, di cui sei italiane – alle quali se ne è aggiunta una nel 2017, portando il numero a sette. Un buon risultato? “È un cambio di mentalità perché significa aggiungere alla certificazione di prodotto una certificazione del sito produttivo. Bisogna sempre tenere presente che il settore tessile italiano è fatto da aziende medie e medio-piccole, per le quali non è semplice entrare in questa logica di certificazione. Detto questo, l’Italia ha una legislazione molto avanzata e restrittiva in ambito di uso di sostanze chimiche, controllo dei processi di produzione e degli scarichi nell’ambiente e, di conseguenza, molti player vantano in realtà una gestione ambientale virtuosa e sono già all’avanguardia su questo fronte. La certificazione potrebbe dunque rappresentare il fiore all’occhiello nonché una leva di marketing molto forte ed efficace.

I numeri di STANDARD 100 by OEKO-TEX®
  • 835 i certificati emessi da Centrocot nel 2016
  • +3,1% l’incremento dei certificati in Italia
  • 15.748 i certificati emessi nel mondo nel 2016
  • +10% l’incremento dei certificati nel mondo
  • 13.212 i certificati emessi da Centrocot dal 1993
  • 178.871 i certificati emessi nel mondo dal 1993
  • L’Italia è al sesto posto al mondo per numero di certificati emessi
Una ‘label’ ad hoc per il consumatore

Laddove le certificazioni STANDARD 100 e STeP operano in una sfera prettamente B2B, una delle questioni aperte riguardava la necessità di trasmettere questo valore aggiunto ambientale dei prodotti anche ai consumatori finali. OEKO-TEX® Confidence in Textiles è scesa in campo anche su questo fronte, con il lancio – un anno fa – di MADE IN GREEN by OEKO-TEX®. Di cosa si tratta? MADE in GREEN è un’etichetta di prodotto ‘tracciabile’ che – attraverso un QR Code – consente al consumatore di ripercorrere la supply chain del capo che sta acquistando, accedendo a informazioni relative a ogni passaggio della filiera.

L’etichetta ha lo scopo di assicurare che i tessili MADE IN GREEN siano non solo testati per le sostanze nocive (grazie alla certificazione STANDARD 100) ma anche prodotti in modo sostenibile, in accordo con le linee guida di STeP. Ciò offre un nuovo livello di trasparenza lungo tutta la filiera.

Il marchio può essere assegnato a qualsiasi tipo di prodotto tessile in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi fase della filiera tessile e permette a brand, produttori e retailer di promuovere le proprie pratiche responsabili in modo chiaro tra consumatori e clienti. MADE IN GREEN si appoggia a MySTeP by OEKO-TEX®, un database accessibile in tutto il mondo ai diversi player della filiera – certificati OEKO-TEX® e non – che offre informazioni sulle diverse realtà del textile consentendo di verificare che i partner siano in linea con la filosofia ambientale. Sono 36 le licenze finora rilasciate per l’ottenimento dell’etichetta MADE IN GREEN a livello internazionale, nessuna in Italia.

Mentre nei Paesi del centro e del nord Europa la sostenibilità di un prodotto è una vera e propria leva di acquisto, in Italia non è ancora così. I consumatori italiani tendono a guardare di più al prezzo o al brand. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte avvertiamo un cambiamento: vi sono maggiore consapevolezza e maggiore attenzione, soprattutto quando si tratta di acquistare prodotti per bambini. Questo ci fa ben sperare e siamo convinti che un prodotto come MADE IN GREEN possa contribuire a promuovere una sempre maggior sensibilizzazione green anche nel nostro Paese.