Credibilità internazionale, soluzioni su misura, clienti da ogni settore industriale (o quasi). Una solida visione etica ed ecologica. Non stiamo parlando di un’azienda tedesca o svedese, ma di una realtà italiana al 100%. Orgogliosamente abruzzese, per la verità. Con MuchColours abbiamo parlato di decorazione industriale. Ecco quello che ci siamo detti

MuchColours è una di quelle aziende che ti aspetti di trovare in nord Europa. E invece è a Montesilvano, in provincia di Pescara. Per arrivarci da Milano – centro del mondo – ci vogliono cinque ore e mezza. Eppure, a dispetto della posizione geografica, è tutto tranne che un’azienda di provincia. Il termine esatto per definirla, forse, è glocal, sintesi tra global e local. Infatti, pur essendo fortemente e orgogliosamente radicata sul territorio, MuchColours ha una portata e un successo internazionali. Produttore di tecnologia di stampa digitale a vocazione industriale da oltre quindici anni, dà lavoro a quasi quaranta persone, considerando anche le due filiali a Lione e in Brasile. Il fatturato del 2016 è stato di oltre dodici milioni di euro, di cui il 70% estero. Stampanti MuchColours sono installate in tutto il mondo, soprattutto in Europa e in America latina. Quali sono, quindi, i suoi punti di forza? Una credibilità internazionale costruita a colpi di soluzioni tecnologiche uniche al mondo, create appositamente per rispondere alle richieste ‘impossibili’ di clienti provenienti dai più diversi settori industriali. Un centro di ricerca e sviluppo che non sfigurerebbe in una multinazionale, per dinamismo e idee. Una solida visione etica ed ecologica, che ha portato MuchColours ad adottare le più avanzate tecnologie sostenibili per l’ambiente e le persone. “Questo è il mio mestiere”. Giancarlo Rabuffo, presidente e fondatore di MuchColours, è orgoglioso; dopo tanti anni, sente di poterlo dire senza paura di essere smentito. La sua è un’azienda che ha precorso i tempi, perché solamente da qualche anno si parla di stampa digitale industriale, e lui la ‘fa’ da molto di più. Quello che importa non è il numero delle macchine vendute e installate in tutto il mondo – quasi quattrocento – o le dimensioni dell’azienda, ma il fatto di avere la libertà di sperimentare e la capacità di ispirare il mercato, grazie a onestà intellettuale e capacità di pensare fuori dagli schemi. Queste caratteristiche gli hanno fatto guadagnare la stima non solo dei clienti, ma anche di alcune delle più grandi multinazionali del digitale, con le quali si è instaurato un clima di collaborazione e di scambio di idee. E del resto le nuove opportunità offerte dal digitale, secondo Giancarlo, bastano per tutti. “Quante aziende italiane si sarebbero potute salvare dal fallimento, grazie alla stampa?”, si interroga. MuchColours può contribuire a cambiare le cose, ne è certo.

 

“Decorazione” e “stampa” non sono sinonimi!
Lo stabilimento di Montesilvano, dove lavorano ventiquattro persone, sede della ricerca e sviluppo e della produzione

Lo stabilimento di Montesilvano, dove lavorano ventiquattro persone, sede della ricerca e sviluppo e della produzione

Le parole sono importanti. Per questo, MuchColours si batte per un uso corretto e consapevole dei termini “stampa” e “decorazione”. Il primo viene usato soprattutto nella comunicazione visiva; lo scopo della stampa, infatti, è proprio la comunicazione, e il materiale di supporto ha spesso un ruolo marginale rispetto al messaggio stampato. “Decorazione”, invece, è molto usata in ambito industriale. Nella decorazione, il materiale è protagonista: non deve venire coperto dall’inchiostro, ma deve aggiungere valore al supporto, senza stravolgerne le caratteristiche estetiche.

 

Cos’è l’industrial decoration secondo MuchColours? In che modo la stampa digitale ora ha “qualcosa da dire” in questo settore?

MuchColours si è avvicinata fin da subito al settore industriale: volevamo emanciparci dalla logica perversa della corsa al prezzo, che appartiene purtroppo a certi segmenti di mercato. Nel settore industriale gli spazi di manovra sono alti e le marginalità superiori: qui vengono premiate la creatività e l’innovazione, oltre all’affidabilità dei sistemi e delle chimiche. La decorazione industriale, per noi, è conoscenza profonda del settore e della materia prima, che deriva da un approccio che definirei ‘scientifico’: test, misurazioni, sperimentazioni documentate. Nelle aziende ciò che conta sono i numeri e i risultati, un basso impatto ambientale e le certificazioni di resistenza, e noi offriamo proprio questo.

Nel mondo industriale non si può prescindere dai processi esistenti. Quali sono le sfide che MuchColours ha dovuto affrontare?

Rivolgendoci all’industria, sapevamo che la prima sfida da vincere sarebbe stata parlare la stessa lingua dei nostri interlocutori. Solo in questo modo saremmo stati presi sul serio. E quindi ci siamo messi a studiare. Io stesso, oggi, posso dire di conoscere diversi supporti meglio di tanti operatori del settore. La nostra filosofia è avvicinarci al settore con rispetto. Pensiamo a quello del legno: dietro a un pannello multistrato c’è un grande lavoro di selezione della materia prima. Lo strato superficiale, oltre ad avere determinate caratteristiche fisiche, deve avere venature gradevoli alla vista e dare l’illusione che la tavola sia in legno massello. La decorazione industriale, secondo noi, non deve stravolgere il materiale, coprirlo. Abbiamo sviluppato i nanocoloranti proprio con questo scopo, con un occhio alla tradizione (per esempio quella dell’ebanisteria) e uno al design d’avanguardia.

 

MuchColours, un po’ di storia
Giancarlo Rabuffo, fondatore e presidente di MuchColours

Giancarlo Rabuffo, fondatore e presidente di MuchColours

MuchColours viene fondata all’inizio degli anni Duemila da Giancarlo Rabuffo, che vuole portare la stampa digitale, allora nascente, nel settore industriale. Giancarlo comincia con due soli collaboratori a lavorare su macchine preesistenti, che vengono modificate ad hoc sulla base delle richieste del mercato. Dal 2007, acquisite le competenze ingegneristiche necessarie, la produzione viene interamente realizzata da MuchColours. Già dal 2005 Rabuffo si rende conto che la propria tecnologia hardware non è sufficiente per ottenere i risultati di stampa che cerca. Comincia quindi a sperimentare nuove chimiche d’inchiostro ecologiche, inodori, non invasive e rispettose delle qualità fisiche del materiale da stampare. Nascono i “nanocoloranti”, pigmenti dalle particolari proprietà fisiche e chimiche grazie alle nanotecnologie. Il primo settore in cui MuchColours entra è quello della pelle, che tutt’oggi rappresenta una fetta importante della sua attività. Da allora, l’azienda abruzzese ha lavorato per i più diversi segmenti industriali, tra cui il legno, il vetro, la plastica. Dopo oltre due anni di ricerca, ora è a buon punto la tecnologia che consentirà di stampare sull’acciaio.

 

Come avviene la ricerca e sviluppo in MuchColours?

Le persone che lavorano nella nostra R&D provengono dai settori più svariati: dalla serigrafia, dalla chimica, dalle arti grafiche, dall’elettronica. Per noi non contano soltanto gli studi o l’esperienza: cerchiamo l’attitudine, la curiosità, la voglia e la capacità di innovare. Tipicamente, il nostro primo passo è ascoltare il mercato: cosa manca? Lo chiediamo direttamente agli imprenditori, durante eventi e fiere di settore anche fortemente tecniche. La fase successiva alla raccolta di informazioni è lo studio di fattibilità, che – in caso positivo – si conclude con la prototipazione. A questo punto testiamo il prodotto, sulla base delle certificazioni e degli standard richiesti nel settore. Infine, se il prototipo supera questa fase di test, il prodotto entra ufficialmente a catalogo.

MuchColours si sta impegnando in prima persona nell’educazione del mercato con attività significative di content marketing. Ci può spiegare le ragioni di questo impegno? E qual è la risposta del mercato?

Le idee vanno condivise, devono circolare. In tanti anni di attività, mi sono reso conto che la difficoltà maggiore, non solo per noi, è riuscire a comunicare. A un certo punto ho avuto la percezione che la discussione, per quanto stimolante e interessante, si facesse sempre tra le stesse persone, che si incontrano agli eventi, partecipano ai seminari… I nuovi media ci permettono di raggiungere un pubblico virtualmente infinito, e diverso. Un pubblico giovane. Quante più persone si renderanno conto delle potenzialità della stampa digitale in ambito industriale, tanto più crescerà il nostro settore. Senza inutili contrapposizioni: MuchColours non ha certo le stesse capacità produttive delle multinazionali della stampa. Siamo una piccola realtà, ma grazie alla nostra capacità di ascolto e di visione possiamo dialogare alla pari con i grandi, e – insieme – guidare e ispirare il mercato, creando delle sinergie virtuose. Le nostre iniziative stanno riscuotendo un successo crescente. Per esempio, il primo ‘live streaming del lunedì’, una sorta di mini corso video in diretta in cui trattiamo gli argomenti più disparati relativi alla stampa digitale industriale, ha avuto una quarantina di spettatori. All’ultimo hanno partecipato oltre millecinquecento persone. Anche il simposio del 28 e 29 fine aprile, che ospitiamo nella nostra sede di Montesilvano, vuole essere un’occasione informale per chiacchierare di tecnologia e di innovazione, di fronte a un buon bicchiere di vino e ai prodotti tipici della nostra terra. Le occasioni conviviali sono un mezzo privilegiato per scambiare cultura e conoscenza; senza ‘giacca e cravatta’ si condividono le idee in modo più spontaneo e immediato, in nome di un bene comune: la crescita del mercato.

Tutti i campioni stampati con tecnologia MuchColours sono in mostra nello showroom di Montesilvano, aperto a chiunque sia alla ricerca di nuove idee. Con l’occasione potrà confrontarsi con manager, tecnici e ricercatori

Tutti i campioni stampati con tecnologia MuchColours sono in mostra nello showroom di Montesilvano, aperto a chiunque sia alla ricerca di nuove idee. Con l’occasione potrà confrontarsi con manager, tecnici e ricercatori

Chi è il cliente tipo di MuchColours?

MuchColours non ha un ‘cliente tipo’. In linea teorica, non ci sono limiti ai materiali che possono essere decorati. Anzi: più difficile è la sfida, più ci divertiamo! Oltre al legno, al vetro, alla pelle – settori in cui ci sentiamo ormai ‘esperti’ – lavoriamo da alcuni anni su materiali polimerici e sull’acciaio. E di recente siamo riusciti a stampare perfino sul grafene, usato nel settore sportivo. Si tratta di un materiale straordinario, ma difficile da decorare, perché la stampa rischia di alterarne le proprietà di resistenza e traspirazione. Soltanto dopo vari tentativi siamo finalmente riusciti a decorarlo senza comprometterne le performance.

Che futuro immagina per la stampa digitale industriale?

La tecnologia digitale ha un potenziale immenso, che per ora viene sfruttato solo in parte. Immagino un futuro dove ogni superficie possa essere decorata nel rispetto dell’ambiente, delle persone, dei materiali. Un futuro dove la conoscenza sia condivisa per la crescita di tutto un mercato, dove le idee circolino liberamente. Le macchine e gli inchiostri sono un mezzo per migliorare la qualità della vita delle persone. Le sfide sono date dal superamento delle barriere fisiche dei materiali: inchiostri più performanti ed ecologici, dalle proprietà inedite, come per esempio i nostri Nanolux, visibili solamente se illuminati a una certa frequenza, che riescono ad ‘aggrappare’ anche su materiali tradizionalmente considerati impossibili. La decorazione digitale è il futuro dell’industria: a noi operatori del settore è chiesto di entrare nelle aziende con competenze profonde e idee nuove.

 

Un polo europeo del design nel cuore dell’Abruzzo

L’Università Europea del Design di Pescara (UED) è nata all’inizio degli anni Ottanta dall’idea di un giovanissimo Giancarlo Rabuffo. Il suo obiettivo? Incentivare lo studio del design – appunto – e valorizzare le eccellenze presenti nel territorio: abruzzese prima, italiano poi, portando il tutto a una dimensione internazionale. Da sempre il legame tra UED e aziende è molto stretto, con scambi di conoscenze e di intelligenze, e programmi specifici. Oggi l’UED è un polo di formazione privato rinomato in tutta Italia. Conta tre percorsi di studio triennali: Architettura e Design, Comunicazione, Moda. In tutti e tre, oltre alle materie caratterizzanti, è preponderante lo studio delle nuove tecnologie digitali come mezzi imprescindibili di sviluppo e innovazione.