Stampa funzionale e decorativa sotto i riflettori del convegno di WIDE a InPrint Italy, la manifestazione fieristica dedicata all’universo della stampa industriale – svoltasi dal 20 al 22 novembre presso il centro congressi MiCo di Milano. Intitolato “Print of Things: la stampa funzionale e decorativa”, l’incontro ha toccato alcuni temi cruciali dell’attualità della stampa industriale, in ambito sia di tecnologie analogiche sia di tecnologie digitali.
Ad aprire il convegno è stato Enrico Barboglio, CEO di Stratego Group, che ha offerto una panoramica sullo stato dell’arte della stampa a livello globale e sul valore della stampa industriale, e alcuni spunti sui trend dell’industrial printing. “Quali sono le necessità della stampa industriale oggi? Arrivare a gestire un processo produttivo che consenta di produrre beni anche in volumi minimi e in modalità cost effective”, ha spiegato Barboglio. Ci sono alcune parole chiave che guidano l’evoluzione della stampa industriale: “Inkjet, la tecnologia a getto di inchiostro che consente la decorazione in bassi volumi e su diverse superfici. Gli inchiostri, la cui formulazione è fondamentale per ottenere qualità, resistenza e ripetibilità della stampa. E, ancora, la stampabilità di materiali e superfici, laddove oggi la ricerca – in risposta alla domanda del mercato – si rivolge in direzione dell’ampliamento delle gamme di supporti stampabili in digitale. E i materiali, come ceramica, vetro, tessuto, legno, si confermano protagonisti della trasformazione digitale in corso”.
L’intervento di Emanuele Ricci, designer industriale, e Alessandro Dal Monte, architetto e designer, si è concentrato sul tema di superfici, texture e luce. “La superficie di un oggetto e la sua texture sono gli elementi che attraggono e catturano lo sguardo”, ha spiegato Ricci. “Sono partito dall’osservare la natura per arrivare a capire che la percezione di una forma è legata a come la superficie dell’oggetto riflette la luce, ed è su questo aspetto che si concentra la mia ricerca”. Ogni oggetto deve generare emozione e per raggiungere il risultato vi sono tre elementi fondamentali da valutare: “Codice, ovvero elementi e forme che influenzano la fruizione dell’oggetto definendone il carattere –lusso, bellezza, ricercatezza, semplicità. Un macro disegno, che si ripete e che a sua volta contribuisce a definire la percezione dell’oggetto. Il trattamento della luce, che nel modo di riflettersi sulla superficie definisce l’aspetto dell’oggetto. Questi tre elementi devono essere tenuti in considerazione anche quando si va a decorare la superficie di un oggetto attraverso la stampa – che ha la capacità di rendere ripetibile l’unicità di una superficie”.
La superficie dell’oggetto o del materiale diventa dunque un elemento cardine nella produzione industriale. Paolo Scopece, CEO di Nadir Plasma & Polymers, ha illustrato le caratteristiche del trattamento al plasma dei materiali. “Abbiamo sviluppato un plasma freddo, che ci consente di andare a modificare le superfici senza ricorrere a temperature troppo elevate. Questo ci consente di lavorare con una gamma molto vasta di materiali, inclusi quelli sensibili al calore”. Grazie a questa tecnica delicata e contactless, è possibile migliorare la stampabilità della superficie, facilitando la deposizione degli inchiostri e, di conseguenza, la decorazione”.
Paolo Santi, presidente di SAC Serigrafia, ha concluso il convegno con una provocazione. Nel suo intervento – intitolato “Industrial printing: non abbiamo bisogno di stampatori (solo!)”, Santi si è focalizzato sulla trasformazione del ruolo e del lavoro dello stampatore. “Oggi non è più sufficiente mettere a disposizione il proprio know how. Per poter servire al meglio il mercato, lo stampatore deve trasformarsi in ricercatore, esploratore e contaminatore. In una parola, in un vero e proprio partner co-creativo capace di farsi carico di una parte del progetto, individuando le soluzioni più idonee”, ha concluso Santi.