Vi è un segmento, nell’articolato universo dell’out of home, dall’antico retaggio e dalla forte portata comunicativa. È quello delle insegne che, luminose e non, sono da sempre un biglietto da visita privilegiato di aziende ed esercizi, capaci di esprimerne nell’immediato lo spirito e le peculiarità. Del resto, anche nelle dinamiche dell’engagement contemporaneo, l’impatto estetico dell’insegna concorre a definire l’esperienza dell’interlocutore ed è in molti casi cruciale nel catturarne o meno l’attenzione. Qual è dunque lo stato di salute dell’insegna del Terzo Millennio? Il segmento vive una piccola grande rivoluzione, legata all’avvento delle tecnologie digitali e alla trasformazione delle dinamiche di produzione, seppur forte rimane l’impronta artigianale del mestiere dell’insegnista. Abbiamo voluto coinvolgere nella nostra inchiesta alcuni produttori di insegne – membri di AIFIL, l’associazione italiana dei fabbricanti di insegne luminose – per comprendere meglio il cambiamento in corso, esplorarne l’attività e coglierne le sfide quotidiane, conoscere i trend del momento e le applicazioni più richieste.

L’artigianalità tecnologica che trasforma le insegne d’esercizio

Andrea Solinas, titolare Gruppo Publionda

Andrea Solinas, titolare Gruppo Publionda

Gruppo Publionda opera dal 1979 nell’universo della comunicazione visiva outdoor e indoor. Cartellonistica, insegnistica, segnaletica, affissioni, pubblicità dinamica e wrapping sono le aree di specializzazione dell’azienda, che al mercato si propone con approccio proattivo. I servizi spaziano da ricerca, pianificazione degli spazi, installazione e manutenzione degli impianti alla gestione in toto delle pratiche burocratiche.

Come cambia il mestiere dell’insegnista?

Il mestiere dell’insegnista attraversa un periodo di forte trasformazione. Innovazione tecnologica e stampa digitale hanno contribuito a rendere questo lavoro più professionale e meno artigianale: i macchinari di nuova generazione consentono realizzazioni più precise, veloci e sicure e, a livello di servizio, abilitano una risposta più efficace a un mercato esigente e con tempistiche ristrette.

Come si caratterizza il mercato di riferimento?

Qualità, velocità e prezzo rimangono i fattori chiave del mercato delle insegne luminose. Tuttavia, se fino a pochi anni fa erano i produttori a stabilire le tempistiche, oggi a imporre tassativamente la data di consegna sono i committenti e la logica è quella del just in time. E se sottrarsi al trend di compressione dei tempi non è possibile – sia per una questione di concorrenza, sia per non incorrere in onerose penali, fattori quali attrezzature adeguate, conoscenza tecnica e disponibilità 24/7 sono indispensabili per non soccombere. Un altro fattore divenuto cruciale nella gestione del nostro mestiere è la sicurezza, nell’ambiente di lavoro e nei cantieri.

Quali sono le principali criticità?

La gestione degli aspetti burocratici, laddove gli iter imposti dagli enti pubblici sono spesso farraginosi. Il rilascio delle autorizzazioni necessarie per esporre un’insegna d’esercizio è complicato, in quanto sono necessari molti documenti non sempre facili da reperire e le tempistiche sono lunghe. Recentemente, è stato istituito lo sportello unico, ovvero un solo interlocutore per agevolare e semplificare il processo, ma i risultati stentano ancora a vedersi. A seconda della posizione dell’insegna, potrebbe essere necessario richiedere nullaosta da enti diversi o attenersi a vincoli particolari. Tutto ciò comporta, a mio avviso, un rallentamento del mercato delle insegne, oltre ad aggiungere ulteriori oneri alle varie imposte esistenti.

E quali le opportunità?

La domanda di insegne c’è ed è incalzante, ma bisogna saper cogliere le opportunità. Come? La parola d’ordine è ‘anticipare e non rincorrere’: di fronte a un mercato sempre più esigente, è necessario essere pronti ed equipaggiati per anticipare la domanda, piuttosto che arrivare dopo. Servono, inoltre, investimenti adeguati, personale qualificato, capacità e intuito imprenditoriali per crearsi prospettive di crescita: brava è l’azienda che riesce a fare profitto offrendo prodotti di qualità a costi competitivi.

I prodotti dal maggiore appeal?

Il mercato offre oggi i prodotti più disparati, per tutte le esigenze: l’unico limite al visual è la creatività. La stampa digitale ha indubbiamente rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva e i materiali stampabili sono innumerevoli per qualsiasi applicazione e non si limitano all’insegna fine a se stessa, ma spaziano tra tutto ciò che sta intorno, dalla decorazione di vetri, pareti e pavimenti alle pannellature. A fronte di tale offerta, la creatività può fare davvero la differenza: più si è creativi e spregiudicati, più si potrà essere sorprendenti.

Qual è la policy green dell’azienda?

L’introduzione degli elementi illuminanti a LED – che necessitano di minore energia elettrica e comportano emissioni ridotte di anidride carbonica – ci ha consentito di offrire il nostro contributo green. Inoltre, abbiamo recentemente intrapreso investimenti volti a sostituire macchine da stampa a solvente con nuovi modelli che utilizzano inchiostri a impatto zero. Lavorare bene e pulito è motivo di soddisfazione per l’impresa e i suoi lavoratori.

Il valore aggiunto delle insegne oggi?

L’insegna d’esercizio – sia essa luminosa o meno – rimane il primo segno identificativo di un’azienda. Dovendo trasmetterne l’immagine, deve essere non solo bella, ma anche efficace e intuitiva, e dunque ben progettata dal punto di vista costruttivo e da quello grafico e della comunicazione. Una bella insegna aiuta a lavorare meglio, e questo fa la differenza.

 

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Esprimere l’idea del cliente in un’insegna

Ivreo dall'Agata, titolare Idea Pubblicità

Ivreo dall’Agata, titolare Idea Pubblicità

Idea Pubblicità opera dal 1988 nel settore delle insegne luminose, puntando sulla qualità dei prodotti e del servizio – che copre l’intero processo produttivo. L’ampia offerta dell’azienda romagnola spazia da insegne luminose, insegne diurne a LED e insegne d’epoca a decorazione di automezzi, totem, display elettronici a LED, stampe digitali wide format. I valori? Cortesia, rispetto, onestà, responsabilità.

Il mestiere dell’insegnista oggi?

Considero la mia professione una delle più belle del mondo. Le insegne che realizziamo contribuiscono a valorizzare l’immagine dei clienti e a generare il loro successo, e ciò è motivo di soddisfazione. Proprio per questo, oggi ancor più che in passato, il mestiere dell’insegnista richiede continui e costanti aggiornamenti, sul fronte tecnologico e su quello normativo. In effetti, ogni operatore del settore dovrebbe idealmente dedicare una risorsa alla gestione dei rapporti con gli enti pubblici. Inoltre, le difficoltà del mercato e l’accresciuta concorrenza rendono necessaria la diversificazione di offerta e servizi.

Come cambia il mercato?

Lo scenario è diverso a seconda del segmento. Per le insegne istituzionali, dal 2009 a oggi si è verificato un forte abbassamento dei prezzi. Le piccole attività commerciali investono sempre meno e il trend è quello di sostituire le insegne a lettere scatolate retroilluminate con lettere adesive in vinile o in pvc rigido. I player dei settori del Food e della GDO o le aziende con vocazione all’export sembrano avere risentito meno della crisi e, nell’ultimo decennio, si sono indirizzati verso pannelli e insegne stampati in digitale. E, ancora, mentre le illuminazioni a LED stanno progressivamente soppiantando le tecnologie precedenti, i display digitali non sono ancora riusciti ad affermarsi – anche a fronte di limiti normativi e alti costi pubblicitari.

Quali sono le principali criticità?

L’aspetto più critico dell’attività dell’insegnista rimane quello burocratico, un vero e proprio ostacolo al nostro business. Le procedure per la richiesta delle autorizzazioni sono complicate e richiedono molto tempo, mentre le tassazioni imposte dallo stato sono troppo onerose. Si tratta, purtroppo, di un’anomalia italiana, perché in Paesi vicini come Francia, Spagna, Gran Bretagna, Germania non vi sono, per l’installazione delle medesime tipologie di insegne d’esercizio, né tali limiti né tali complicazioni. Le opportunità più interessanti? Nell’immediato, ci sono grandi opportunità nel mondo dell’interior design ‘green’. A essere apprezzati sono la vision sostenibile e la professionalità con cui ci rapportiamo ai clienti. Guardando più in là, sono convinto che si apriranno ampi spazi nell’universo dei wall digitali, laddove l’utilizzo di video e messaggi mirati conferirà un grande valore aggiunto ai nostri prodotti.

Su quali applicazioni state puntando?

C’è grande richiesta di insegne luminose diurne con LED a vista, in quanto valorizzano la classica insegna rendendola visibile anche di giorno. Inoltre, a partire dal 2009, in azienda abbiamo fatto molta ricerca e abbiamo sviluppato diversi brevetti sulle insegne con LED a vista per linee di prodotto rivolte a esercizi quali farmacie, tabaccherie, gelaterie e distributori carburanti. Inoltre, vanno molto bene vecchi totem e insegne convertiti e rigenerati che, permettendo un risparmio energetico, sostituiscono i neon ad alta tensione.

Quali i trend dominanti?

La personalizzazione domina anche nel nostro mondo. I clienti ci chiedono insegne confezionate su misura, per l’impatto sul target e la riconoscibilità conferita al brand. In questo senso, a noi piace integrare nelle insegne le varie tecnologie innovative disponibili – quali la stampa digitale con LED a vista e – quando possibile – con neon a vista, capaci ancora oggi di trasmettere emozioni impareggiabili rispetto ad altre tecnologie.

I materiali più utilizzati del momento?

I pannelli in alluminio multistrato (tipo Dibond) sono i più utilizzati per le insegne d’esercizio. Sono comparse di recente ma stanno avendo successo anche le pellicole adesive pvc free (ovvero prive di ftalati) che, seppur più costose, portano vantaggi in termini di sostenibilità.

Il valore dell’insegna nell’universo dell’OOH?

L’insegna luminosa enfatizza la comunicazione visiva ed emana emozioni positive inconsce: la luce fa la differenza, e laddove manca la luminosità l’impatto non è parimenti efficace, né di giorno né di notte.

 

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L’arte del neon per insegne d’impatto

Francesco Papini, titolare La Fluorescente

Francesco Papini, titolare La Fluorescente

La Fluorescente è specializzata nella produzione, vendita, installazione e riparazione di insegne luminose e di sistemi di illuminazione, e opera come terzista. Negli anni ha diversificato l’attività per mantenersi al passo con l’evoluzione del mercato.

Se e come è cambiata la professione del produttore di insegne?

Il cambiamento c’è stato ed è stato significativo. Negli ultimi anni, il mercato con cui ci confrontiamo si dimostra sempre più esigente: per tenere il passo, dobbiamo confrontarci continuamente con le innovazioni tecnologiche e i materiali più nuovi.

Quali sono le principali criticità per chi opera nel settore?

Le criticità che riscontriamo riguardano generalmente il rapporto con gli enti pubblici – comuni, province ecc. – e la gestione delle procedure per la presentazione e il rilascio dei permessi di installazione.

Come si orienta la vostra offerta in termini di prodotti?

Lavorando in conto terzi, per essere competitivi dobbiamo proporre un prodotto qualitativamente valido e un servizio flessibile e puntuale. La domanda dei clienti tende oggi a orientarsi verso alluminio e plexiglass come materiali – in particolare per la fabbricazione di lettere scatolate. Un riscontro interessante lo raccogliamo sui tubi al neon: se lavorati con dovizia e creatività, rimangono pressoché imbattibili in termini di appeal.

La vostra vision green?

Crediamo nell’importanza di rispettare l’ambiente e il nostro impegno si declina, in particolare, nella scelta di materiali riciclabili, sia per quanto riguarda i metalli sia per materie plastiche, sistemi di illuminazione, tubi neon o diodi LED.

Il valore aggiunto dell’insegna nell’OOH?

Direi che, oggi come ieri, l’insegna – luminosa o non – è uno strumento di grande impatto visivo ed emozionale. A patto che sia realizzata con scrupolo e fantasia grafica e sia posta nel giusto contesto ambientale.

 

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Il tocco dell’uomo nell’OOH di qualità

Luminor è un’azienda giovane e dalla forte vocazione artigianale. Fondata nel 2013, si è specializzata nella produzione di insegne a lettere separate, cassonetti, bandiere e totem.

risponde Alessandro Gabriele, responsabile commerciale

Quale strategia avete scelto per entrare nel mercato?

La scelta dell’azienda è stata quella di realizzare molte lavorazioni artigianalmente. Abbiamo, naturalmente, alcuni macchinari che ci aiutano, ma la maggior parte dei lavori viene fatta con la mano dell’uomo. Questo anche perché il mercato di oggi richiede un prodotto di qualità.

Quali sono le criticità con cui vi confrontate?

Al primo posto metterei l’apparato burocratico, ovvero le complesse procedure che dobbiamo seguire per ottenere i permessi necessari per installare le insegne. Capita spesso di arrivare a un accordo con il cliente, per poi rimanere bloccati nel confronto con gli uffici pubblici, con i quali, in generale, ci sono poco dialogo e poco buon senso.

Quali sono i prodotti più richiesti?

Abbiamo una tipologia molto variegata di clienti, con esigenze diverse. Per questo è difficile individuare un trend. Tuttavia, l’aspetto stimolante è proprio questa possibilità di sperimentare ogni volta un’applicazione diversa.

Quale policy ambientale adottate?

L’appartenenza ad AIFIL ci ha permesso di acquisire una consapevolezza ambientale maggiore. E oggi siamo impegnati a migliorarci sia nella gestione – promuovendo, ad esempio, la raccolta differenziata –, sia nella mentalità, educando i dipendenti a differenziare correttamente.

Qual è il valore aggiunto dell’insegna?

Si tratta del primo biglietto da visita di un’azienda, per questo i nostri interlocutori sono invogliati a spendere. Del resto, la cura di un’azienda si vede a partire dallo stato di un’insegna: se è ben tenuta suscita un’impressione positiva, se è trascurata fa nascere immediatamente una sensazione sgradevole.

 

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Quando la comunicazione OOH valorizza la luce

Carlo Preti, titolare Neon Luce

Carlo Preti, titolare Neon Luce

Neon Luce ha costruito la propria mission sulla valorizzazione della luce come strumento di comunicazione visiva di grande efficacia. Con quasi quarant’anni di attività alle spalle e la terza generazione nel team manageriale, l’azienda punta da sempre sul ciclo produttivo completo in house per garantire ai clienti efficienza e cura nella produzione, flessibilità e tempestività nelle consegne e generale efficienza nel servizio.

Come cambia il lavoro dell’insegnista?

Produttori di insegne luminose e non luminose, così ci possiamo definire. La nostra professione è cambiata profondamente negli ultimi anni, grazie all’ingresso di macchinari all’avanguardia che ci consentono di effettuare lavorazioni particolari e finiture di pregio. Tuttavia, il lavoro manuale rappresenta tuttora un elemento fondamentale per la produzione all’interno dell’azienda. Grazie a questo mix virtuoso di artigianalità e tecnologia riusciamo a soddisfare le richieste di un mercato sempre più esigente e attento ai dettagli di finitura e ad accontentare diversi target, dagli architetti ai brand owner.

Quali le criticità per chi opera nel settore?

Uno degli aspetti più critici riguarda le tempistiche di consegna sempre più ristrette imposte dai clienti. Ormai la richiesta del lavoro just in time è diventata un’abitudine. Purtroppo, tempi ristretti e sovraccarico di commesse sono all’ordine del giorno, ma per fortuna riusciamo sempre a gestire i flussi e a consegnare i lavori con puntualità.

E quali le sfide?

Per riuscire a consolidare il business, i produttori di insegne devono innanzitutto adeguarsi alle nuove esigenze del mercato. Ciò significa che celerità nelle consegne, precisione nelle forniture e puntualità nei preventivi sono qualità fondamentali per fidelizzare i clienti esistenti e attrarne di nuovi. Inoltre, ritengo sia fondamentale disporre di tutte le attrezzature – per coprire l’intero processo in house – per evitare inutile dispendio di tempo con lavorazioni esterne.

Quali prodotti esercitano maggiore appeal?

I trend cambiano a seconda dell’esercizione e della sua ubicazione. Nei punti vendita all’interno di centri commerciali e outlet, circa l’80% delle richieste riguarda i cassonetti in lamiera di alluminio pantografata, con la possibilità di inserimento frontale di un massello in plexiglass sagomato, neutro o decorato con vinile, per ottenere una maggiore personalizzazione. Nei centri storici – tuttora legati a regolamenti comunali molto rigidi – prevale l’uso di insegne illuminate con faretti a LED e realizzate con materiali di pregio – quali ottone e rame – trattati. Per stabilimenti e unità produttive la scelta cade su insegne di grandi dimensioni, composte da strutture di sostegno per lettere scatolate o cassonetti con frontali tenditelo stampati su backlight.

Quali sono i materiali più utilizzati?

Negli ultimi anni, è cresciuta la richiesta di plexiglass – accoppiato con frontali in acciaio a specchio –, di di un mercato sempre più esigente e attento ai dettagli di finitura e ad accontentare diversi target, dagli architetti ai brand owner.

Quali le criticità per chi opera nel settore?

Uno degli aspetti più critici riguarda le tempistiche di consegna sempre più ristrette imposte dai clienti. Ormai la richiesta del lavoro just in time è diventata un’abitudine. Purtroppo, tempi ristretti e sovraccarico di commesse sono all’ordine del giorno, ma per fortuna riusciamo sempre a gestire i flussi e a consegnare i lavori con puntualità.

E quali le sfide?

Per riuscire a consolidare il business, i produttori di insegne devono innanzitutto adeguarsi alle nuove esigenze del mercato. Ciò significa che celerità nelle consegne, precisione nelle forniture e puntualità nei preventivi sono qualità fondamentali per fidelizzare i clienti esistenti e attrarne di nuovi. Inoltre, ritengo sia fondamentale disporre di tutte le attrezzature – per coprire l’intero processo in house – per evitare inutile dispendio di tempo con lavorazioni esterne. alluminio verniciato e di pellicole – utilizzabili sia per i masselli sia per le vetrofanie. Tuttavia, più che i materiali, cambiano le finiture, grazie alle pellicole viniliche adesive o alla stampa diretta.

La vision dell’azienda sul fronte ambientale?

A fronte della crescente sensibilità del mercato per le tematiche green, puntiamo sull’utilizzo dei LED in sostituzione delle lampade fluorescenti e dei neon. Tale scelta ci ha consentito di proporre soluzioni ecologiche e con costi e consumi ottimizzati.

Il valore delle insegne nell’OOH di oggi?

Le insegne luminose rimangono un punto fermo nella comunicazione OOH: forme e colori – continuamente rivisitati in base ai trend del momento – riescono a coinvolgere in modo diretto e immediato l’interlocutore. In particolare, accanto alle lettere scatolate – oggi molto efficaci – anche i cassonetti di medie e grandi dimensioni con telo backlight esercitano un grande impatto e, grazie all’uso delle immagini, riescono a creare un forte engagement.

 

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Creazioni luminose che abbelliscono luoghi e ambienti

Emanuele Angher, amministratore unico Neon Angher

Emanuele Angher, amministratore unico Neon Angher

Neon Angher è specializzata nella progettazione, produzione, installazione e manutenzione di insegne luminose e impianti pubblicitari al neon e LED. Nata nel 1972 a Roma come laboratorio artigianale, è oggi attiva su tutto il territorio nazionale e propone al mercato soluzioni innovative e curate nel dettaglio, dalla creatività alla scelta dei materiali. L’azienda adotta da sempre una policy green.

Come cambia il mestiere dell’insegnista?

Al produttore di insegne è richiesto, oggi più che in passato, un lavoro di continuo aggiornamento sulle tecnologie e sulle disposizioni normative in materia di sicurezza. A livello operativo, seppur il lavoro umano rimanga preponderante, l’utilizzo di macchinari di ultima generazione sta acquisendo un ruolo sempre più rilevante. Inoltre, con l’avvento del digitale, l’insegnista è diventato anche fornitore e allestitore di pannellature decorate. Del resto, il mercato delle insegne luminose è molto ampio e i clienti sono sempre più informati ed esigenti.

Quali sono le principali criticità da affrontare?

In primis, i lunghi tempi burocratici necessari per ottenere le autorizzazioni per l’installazione delle insegne. Un tentativo di risposta è arrivato dalla riforma Madia, recentemente approvata. Altro aspetto critico, non meno importante, la difficoltà a reperire tecnici specializzati e giovani interessati ad apprendere questo mestiere. Fino a vent’anni fa, erano molti i ragazzi che si rivolgevano a noi per imparare la professione, mentre oggi riceviamo curriculum vitae quasi solo per le posizioni di segretarie o grafici pubblicitari.

Quali i segmenti con più opportunità di crescita?

Sicuramente, i vari ambiti di applicazione del LED – outdoor e indoor – offrono interessanti opportunità di business. Anche il neon – che sembrava attraversare una fase discendente – diventa sempre di più un prodotto di nicchia, capace di distinguersi rispetto ai prodotti più commerciali. Di conseguenza, aumenta anche la domanda di neon per applicazioni più ricercate, con una propensione dei clienti a destinare budget di spesa più consistenti.

Quali sono i prodotti più richiesti?

Dominano le forme lineari ed eleganti. Tra i prodotti più richiesti, l’insegna con lettere singole, realizzate con l’abbinamento di materiali metallici (ferro, alluminio, acciaio, ottone) e plexiglass opalino e caratterizzate da spessori più sottili, grazie alla tecnologia LED. Anche il classico cassonetto con frontale luminoso in plexiglass viene continuamente rivisitato, a fronte di una richiesta di forme meno invadenti e più gradevoli – ad esempio, nei centri commerciali prevale la tipologia di cassonetti in alluminio con lettere in rilievo. Inoltre, stiamo puntando al mercato più vintage del neon: se il LED ha sostituito l’applicazione dei sistemi illuminanti nelle insegne, il neon sta crescendo nel mondo dell’arte, del design e dell’arredamento degli interni.

L’azienda adotta una policy green?

Certamente. Neon Angher gestisce da anni la differenziazione dei materiali di scarto delle lavorazioni e delle insegne vecchie, che vengono suddivisi e smaltiti in discarica da società specializzate.

Qual è il valore delle insegne luminose nell’OOH?

Le insegne luminose non hanno più la sola funzione di identificare un esercizio commerciale. Al contrario, hanno acquisito un ruolo ‘decorativo’ nei contesti in cui si trovano, rendendo più luminose le vie delle città e trasmettendo un senso generale di bellezza, ordine e sicurezza. Il gusto estetico è notevolmente migliorato e questo si riflette sulla scelta dei materiali e delle soluzioni grafiche, che risultano piacevoli e accattivanti. Un’insegna luminosa è il biglietto da visita di un’attività e deve essere in grado di comunicare le caratteristiche generali dell’azienda, dei prodotti e dei servizi.

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