Già da qualche tempo, la redazione di WIDE ha cominciato a sperimentare con la realtà aumentata (ne trovate qualche esempio sull’ultimo numero della rivista) e a raccontarvi le implicazioni di questa tecnologia nell’ambito della stampa, di grande formato ma non solo.
Negli ultimi anni, molti brand hanno iniziato a sperimentare le opportunità creative associate a questa tecnologia per migliorare la customer experience, rendendola più coinvolgente ed esclusiva, scatenando un effetto a catena che vede coinvolte sempre più le piccole e medie imprese.
Oggi, di fronte alla necessità di ripensare il marketing e la comunicazione tenendo conto delle nuove misure per il distanziamento sociale, la realtà aumentata risulta essere ancora di più un investimento strategico. Non solo come strumento commerciale, ma anche come mezzo per veicolare informazioni socialmente utili.
Un buon esempio arriva dall’agenzia milanese Viewtoo, che ha recentemente implementato uno strumento gratuito di realtà aumentata (disponibile in versione mobile e desktop) per promuovere un utilizzo corretto delle mascherine protettive. Una volta identificato il volto, la tecnologia AR applica automaticamente una mascherina e fornisce informazioni utili su come indossarla e smaltirla in modo corretto, mettendo in guardia gli utenti da alcune cattive abitudini come tenerla abbassata sul mento o toglierla mentre si parla a telefono in strada.
Nell’ambito della stampa di grande formato, un altro utilizzo innovativo dell’AR è quello sperimentato da Print 2 Media, azienda di stampa britannica, che ha realizzato alcuni poster per le pensiline degli autobus che uniscono sapientemente l’utile al dilettevole. La segnaletica riporta infatti alcune linee guida che invitano a rispettare le distanze di sicurezza. Inquadrando i segnali, è possibile accedere ad alcuni giochi per passare il tempo in attesa della propria corsa.
Dietro le iniziative di questi brand c’è Zappar, azienda che si è posta tra gli obiettivi quello di rendere i contenuti di realtà aumentata accessibili a tutti. Per farlo, sta investendo nell’implementazione delle tecnologie webAR, ossia la realtà aumentata fruibile da browser, che ha tra i suoi principali pregi la maggiore accessibilità, perché per accedere a questi contenuti non è necessario scaricare applicazioni specifiche, ma basta un browser e una connessione internet.
Forse è presto per fare previsioni su quanto l’implementazione di queste tecnologie all’interno di applicazioni per il retail, il signage e l’abbigliamento possa avere una diffusione globale. Quel che è certo è che è tempo per le imprese, piccole o grandi che siano, di riflettere su quanto augmented reality e gamification influenzeranno la comunicazione negli anni a venire.