Quello degli inchiostri a pigmento è uno dei temi caldi del dibattito tecnologico della filiera del digital textile printing. Trattandosi di una tipologia di inchiostro ampiamente utilizzata nella stampa tessile tradizionale, viene guardata con grande interesse – per le sue peculiarità – anche dal mondo digitale, tanto che i principali produttori di tecnologia e inchiostri stanno sviluppando soluzioni in questo ambito. Del resto, il potenziale del pigmento digitale è duplice. A livello di tecnologia, gli inchiostri a pigmento creano un legame fisico, e non chimico, con la fibra e, di conseguenza, possono essere utilizzati su una grande varietà di tessuti, incluse le fibre miste. A livello di stampa, il processo di applicazione del pigmento è più semplice in quanto necessita essenzialmente di un sistema di stampa e di un forno. Il pigmento digitale consentirà dunque di raggiungere l’obiettivo di “un inchiostro per tutti i tessuti”, punto d’arrivo auspicato dai player del settore tessile da quando la stampa del textile ha fatto il proprio ingresso nell’era digitale? Ci siamo rivolti ai principali produttori di tecnologia e inchiostri del mondo della stampa tessile digitale per capire a che punto è lo sviluppo della tecnologia, quali sono le soluzioni a disposizione e in quali mercati del digital textile si individuano le maggiori potenzialità di sviluppo per il pigmento digitale.

 

 

Aleph

Alessandro Manes, CEO Aleph

Alessandro Manes, CEO Aleph

Qual è la posizione di Aleph sul pigmento?

Gli inchiostri a pigmento rappresentano un’area di sviluppo e innovazione interessante, soprattutto in relazione al costante aumento della domanda da parte degli operatori del settore. Per questo, nel corso del 2017 intendiamo offrire al mercato una soluzione tecnologica innovativa, in grado di soddisfare le esigenze dei comparti del fashion, dell’arredamento e delle applicazioni speciali. La nostra linea di inchiostri al momento è formata da ciano, magenta, giallo e nero, mentre stiamo implementando anche colori speciali – come il bianco – e ausiliari speciali per aumentare resa colore e solidità.

Qual è lo stato attuale di questa tecnologia?

In questi primi test, i tessuti stampati a pigmento hanno dimostrato di avere elevata resistenza alla luce e perfetta tenuta in condizioni di umidità e sottoposte a sfregamento. Anche la resa cromatica, nonché intensità e sfumature di colore sono di alta qualità. Tali caratteristiche rendono i pigmenti ottimi per la produzione di tessuti destinati all’home textile – il tessile per l’arredamento, un comparto nel quale resistenza e solidità dei colori sono requisiti irrinunciabili. Va evidenziato che un contributo al conseguimento dei risultati attuali sul fronte del pigmento lo ha dato altresì l’ampia gamma di prodotti ausiliari per pre e post-trattamento dei tessuti.

E per quanto riguarda la vostra tecnologia dedicata al pigmento?

Gli inchiostri a pigmento da noi sviluppati sono stati studiati per funzionare al meglio con la nostra tecnologia di stampa – che utilizza teste di stampa Kyocera, 300 dpi e due canali. I sistemi di stampa di Aleph sono in grado di raggiungere performance elevate con risultati di velocità sorprendenti. Il software, l’idraulica e l’elettronica di controllo – sviluppata interamente dal nostro team – ci consentono di stampare a diverse risoluzioni fino 1200×1200 dpi con brillantezze eccellenti. Attualmente, il progetto LaForte – che integra stampanti inkjet di grande formato fino a 3,2 metri (per coprire il settore dell’arredamento), forni, avvolgitori e svolgitori, totalmente ‘made in Aleph’ – prevede due grandi segmenti, Industrial e Studio, per differenti volumi di produzione. Il nostro standard attuale di velocità è di 600 metri quadrati/ ora, con consumi pari a 8 grammi al metro quadro.

A quali segmenti del tessile guardate con maggiore interesse?

Il tessile per il settore fashion e il tessile per arredamento rappresentano le aree sulle quali ci stiamo da tempo focalizzando. In questi comparti abbiamo già avviato proficue collaborazioni con i grandi nomi della produzione tessile del distretto comasco, vale a dire aziende che posseggono un grande know how per questo mercato, ma che necessitano di aggiornare le tecnologie con quanto il settore può offrire a livello di innovazione, risparmio e competitività. Inoltre, guardando al mercato da una prospettiva a più ampio raggio, abbiamo intenzione, a partire dall’anno in corso, di portare la nostra tecnologia anche nel mondo tessile per adv e comunicazione. Per potenziare la nostra presenza in questi nuovi mercati, punteremo anche sulla partecipazione a fiere nazionali e internazionali, tra le quali FESPA.

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d.gen

Gli inchiostri a pigmento nella strategia di sviluppo prodotto di d.gen?

Con le oltre 75 macchine installate, il pigmento sta diventando sempre più importante per d.gen. Siamo partiti con la promozione di questa tecnologia in occasione di ITMA 2012, a Barcellona, con una gamma cromatica limitata ai quattro colori base. Da allora d.gen ha maturato una serie di esperienze che hanno consentito all’azienda di porsi tra i leader in questa chimica. Le macchine sono state messe a punto ed è stata aggiunta la possibilità di installare colori extra: in questo modo, riusciamo a offrire ai clienti ciò che si aspettano dal pigmento per gamma cromatica, solidità e resistenza alla sfregamento.

Qual è lo stato dell’arte della vostra tecnologia a pigmento?

Direi che da ITMA Barcellona a oggi siamo riusciti a implementare notevolmente le nostre soluzioni. Siamo passati alle teste di stampa Ricoh GEN5, una mossa che ci ha permesso di sfruttare appieno le caratteristiche del pigmento. E abbiamo sviluppato un’elettronica di controllo che ci consente di generare gocce adeguate a una chimica che ha bisogno di leganti/ resine e concentrazioni sufficienti per essere accettata sul mercato.

Dove individuate le maggiori opportunità per il pigmento?

Abbiamo sviluppato soluzioni entry level dedicate al pigmento che ci permettono di spaziare in tutti i settori, rivolgendoci anche a quelle realtà che vogliano sperimentare col pigmento e/o entrare in questo settore. Gli ambiti di attività sono diversi: cotone, pelle, legno sono solo alcuni dei materiali che i clienti hanno provato a stampare con i nostri pigmenti.

Dal tessile per abbigliamento al mondo dell’adv: in quale direzione si orienta d.gen?

d.gen proviene originariamente dal settore dell’abbigliamento e dell’accessorio. Successivamente, per diversi anni ci siamo focalizzati sullo sviluppo del mercato del soft signage. Rientrare nel mondo tessile convenzionale è stata una sfida che ci ha emozionato e reso ancora più aggressivi, vista la enorme concorrenza nata negli ultimi anni in questo settore.

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Durst

Alberto Bassanello, direttore vendite Italia Durst

Alberto Bassanello, direttore vendite Italia Durst

Gli inchiostri a pigmento nella strategia di sviluppo prodotto di d.gen?

Con le oltre 75 macchine installate, il pigmento sta diventando sempre più importante per d.gen. Siamo partiti con la promozione di questa tecnologia in occasione di ITMA 2012, a Barcellona, con una gamma cromatica limitata ai quattro colori base. Da allora d.gen ha maturato una serie di esperienze che hanno consentito all’azienda di porsi tra i leader in questa chimica. Le macchine sono state messe a punto ed è stata aggiunta la possibilità di installare colori extra: in questo modo, riusciamo a offrire ai clienti ciò che si aspettano dal pigmento per gamma cromatica, solidità e resistenza alla sfregamento.

Qual è lo stato dell’arte della vostra tecnologia a pigmento?

Direi che da ITMA Barcellona a oggi siamo riusciti a implementare notevolmente le nostre soluzioni. Siamo passati alle teste di stampa Ricoh GEN5, una mossa che ci ha permesso di sfruttare appieno le caratteristiche del pigmento. E abbiamo sviluppato un’elettronica di controllo che ci consente di generare gocce adeguate a una chimica che ha bisogno di leganti/ resine e concentrazioni sufficienti per essere accettata sul mercato.

Dove individuate le maggiori opportunità per il pigmento?

Abbiamo sviluppato soluzioni entry level dedicate al pigmento che ci permettono di spaziare in tutti i settori, rivolgendoci anche a quelle realtà che vogliano sperimentare col pigmento e/o entrare in questo settore. Gli ambiti di attività sono diversi: cotone, pelle, legno sono solo alcuni dei materiali che i clienti hanno provato a stampare con i nostri pigmenti.

Dal tessile per abbigliamento al mondo dell’adv: in quale direzione si orienta d.gen?

d.gen proviene originariamente dal settore dell’abbigliamento e dell’accessorio. Successivamente, per diversi anni ci siamo focalizzati sullo sviluppo del mercato del soft signage. Rientrare nel mondo tessile convenzionale è stata una sfida che ci ha emozionato e reso ancora più aggressivi, vista la enorme concorrenza nata negli ultimi anni in questo settore.

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Epson

Paolo Crespi, direttore commerciale For.Tex

Paolo Crespi, direttore commerciale For.Tex

Qual è la posizione di Epson sul pigmento digitale?

Per For.Tex, azienda parte del gruppo Epson che opera nel segmento inchiostri e pre e posttrattamenti in ambito tessile industriale, la serie di inchiostri a pigmento Genesta ha giocato un ruolo fondamentale fin dal suo lancio, nel 2004. Questi inchiostri sono caratterizzati in particolare da un’ottima solidità alla luce, fattore che li rende ideali per rispondere pienamente alle esigenze del mercato tessile, sia dell’abbigliamento sia, e soprattutto, dell’arredamento.

Le ultime evoluzioni tecnologiche sul fronte del pigmento?

Epson e Robustelli hanno studiato e implementato un software e un’elettronica appositi per far sì che testina e inchiostro a pigmento possano garantire le migliori prestazioni in termini di qualità e affidabilità. Il progetto Monna Lisa si è chiaramente evoluto nel corso dei 14 anni trascorsi dal lancio del primo modello e oggi le diverse stampanti disponibili sul mercato, grazie all’evoluzione delle testine Epson, si caratterizzano per le loro performance di produttività decisamente alte – fino a 600 metri quadrati/ora. Il notevole incremento di velocità ha, inoltre, significato una forte riduzione dei costi di produzione per metro lineare.

A quali segmenti del tessile guardate con maggiore interesse?

Da sempre Monna Lisa si rivolge al mercato tessile in generale, nessun settore escluso. Con una consolidata presenza nel mercato di alta qualità, il settore dell’arredamento risulta essere, al momento, il più ricettivo nonché quello con i più ampi spazi di crescita per la tecnologia di stampa digitale a pigmento.

E per quanto riguarda il segmento del tessile per adv e comunicazione?

Epson è già presente da diversi anni nel mondo della comunicazione visiva, dalla cartellonistica al soft signage, con soluzioni dedicate. Si tratta di stampanti a sublimazione che – utilizzando gli inchiostri Epson UltraChrome GS3 o GS3 – offrono un’ampia gamma cromatica per applicazioni molto diverse, dalle grafiche per la comunicazione commerciale alle grafiche per la decorazione di interni.

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EFI Reggiani

Michele Riva, direttore vendite e marketing EFI Reggiani

Michele Riva, direttore vendite e marketing EFI Reggiani

Che ruolo riveste il pigmento nella strategia R&D di EFI Reggiani?

Lo sviluppo della tecnologia basata sul pigmento rappresenta uno dei focus operativi di EFI Reggiani. Il mercato guarda a questa nuova modalità di stampa in termini di risparmio sia di costi, sia di consumi di acqua ed elettricità. In un intorno sempre più attento alla sostenibilità ambientale e produttiva, puntiamo a fornire – a livello internazionale – soluzioni integrate per il mercato tessile basate sullo sviluppo di processi sostenibili. L’obiettivo è quello di migliorare la produttività e la qualità delle macchine e di ottimizzare i processi, riducendo i consumi di energia e di acqua nonché l’impatto ambientale complessivo.

A livello di tecnologia, quali sono gli ultimi sviluppi?

Abbiamo lavorato a una chimica di processo più che a una nuova elettronica, con lo scopo di aumentare enormemente intensità, colore e definizione di stampa. I risultati ottenuti sono stati ottimali, tanto da portare la stampa a pigmento ben oltre la concezione che si era avuta sino a oggi. In particolare, abbiamo ottenuto un’altissima definizione grafica, paragonabile alla stampa fotografica.

Velocità, consumi e costi: come sono state migliorate le performance delle vostre soluzioni?

Abbiamo scelto di focalizzarci soprattutto sui consumi, sviluppando applicazioni in linea e stampando bagnato su bagnato. Come conseguenza, i costi di stampa si sono ridotti enormemente in quanto si applica meno prodotto e si riduce l’energia implementata, mantenendo i livelli di alta velocità di sempre.

A quali segmenti del textile guardate con maggiore interesse?

La soluzione a pigmento è sviluppata principalmente per i mercati del fashion e dell’home textile. Tra le aree ai cui guardiamo con grande attenzione, sportswear e footwear – con la stampa diretta. Senza escludere l’area del soft signage: proprio a gennaio, in occasione di EFI Connect, abbiamo presentato EFI VUTEk FabriVU 520, una nuova soluzione per la stampa diretta su carta e tessuto con inchiostri a base acqua che amplia ulteriormente il nostro portfolio.

Quali le potenzialità del mercato del tessile per adv e comunicazione?

Le potenzialità del segmento sono elevatissime. Le caratteristiche della stampa a pigmento da noi sviluppata – elevata qualità e altissima definizione – ci consentono di entrare nel mercato del tessile per adv e comunicazione a trecentosessanta gradi. Siamo in grado di soddisfare le esigenze dei diversi segmenti di questo mercato – soft signage, banner e display, che richiedono standard qualitativi paragonabili alla stampa fotografica. L’interesse verso il mondo dell’adv è forte e la stampa a pigmento – insieme a tutte le soluzioni EFI Reggiani per il soft signage – rafforza la presenza di EFI, ampliando le opportunità, il range delle applicazioni possibili e il portafoglio clienti.

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Fenix Digital Group

Alessandro Mantovani, sales manager e responsabile del settore textile Fenix Digital Group

Alessandro Mantovani, sales manager e responsabile del settore textile Fenix Digital Group

Come vi posizionate sul pigmento digitale?

Il mercato tessile riveste per Fenix Digital Group un ruolo strategico e di sempre maggiore rilievo. Per la stampa a pigmento tessile offriamo due piattaforme inkjet industriali differenti – una scelta che ci contraddistingue come fornitori in Italia e in Europa: una piattaforma per la stampa su capo (aperto, croce, smacchinato) e una piattaforma per la stampa su bobina ad altissima velocità. Nel primo caso con il tavolo di stampa Shima Seiki SIP3, soluzione inkjet per la stampa allover con pigmento tessile colorato e bianco; nel secondo, con l’avveniristica Miyakoshi MTP, una soluzione per la stampa in bobina con pigmenti tessili – con una produttività fino a 1.000 metri quadrati/ora e luce di stampa di 3,4 metri.

Quali i punti di forza delle due piattaforme?

Nella stampa su capo di Shima Seiki, l’evoluzione principale riguarda la gestione della stampa a pigmento su tutto il capo, grazie a un sistema di messa a registro con telecamera. Su un piano da 240×160 cm o 100×160 cm è possibile stampare multipli t-shirt, felpe, leggins e jeans integralmente – con tasche, cuciture, maniche, risvolti, coletti, plissettature – e allo stesso tempo andare a registro fronte e retro oltre i 3 cm di altezza. Di pari passo all’elettronica, gli inchiostri Shima Seiki permettono di ottenere – con tecnologia digitale – la consistenza della stampa serigrafica e grande resistenza ai lavaggi. La macchina può realizzare anche 50 maglie al giorno per turno con un costo per capo competitivo.

E per Miyakoshi MTP?

Anche nel caso della stampa a tappeto Miyakoshi MTP, ci sono innovazioni a livello di elettronica. A partire dal design del carro teste – studiato con grande accuratezza dal produttore giapponese – e dal sistema di movimentazione fino al grande touchdisplay di controllo e ai dispositivi di sicurezza per il tessuto e per l’operatore. Consideriamo Miyakoshi MTP la soluzione dal rapporto prezzo/prestazione e costo al metro lineare con pigmento tessile più adatto al settore fashion e fast fashion.

Dove individuate le maggiori opportunità?

La tecnologia Shima Seiki è aperta a ogni fascia e nicchia del mercato moda e abbigliamento – settore promozionale incluso. Questa soluzione è rivolta a realtà serigrafiche che fanno del promozionale il core business o alle stamperie comasche che vogliano diversificare il proprio business. Parlando di Miyakoshi MTP, la soluzione è da poco sul mercato, ma ha già avuto un riscontro nel fast fashion italiano. Le potenzialità di crescita sono esponenziali, sia nel comparto alta moda, sia nel settore dell’home décor, dove il pigmento tessile sta crescendo in tutto il mondo.

E per il tessile per adv e comunicazione?

Come Fenix DG siamo presenti con la tecnologia HP Latex, in forte crescita nel segmento del soft signage. Relativamente alla tecnologia Miyakoshi in veste sublimatica, non sono esclusi, da parte del costruttore giapponese, interessanti sviluppi anche per il soft signage.

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JK Group

Marco Girola, marketing specialist Kiian Digital

Marco Girola, marketing specialist Kiian Digital

‘Gettabilità’, gamma cromatica e solidità dei colori: quali i risultati raggiunti per gli inchiostri a pigmento?

Per entrambi i brand di JK Group impegnati nello sviluppo di inchiostri a pigmento – Kiian Digital e Sawgrass – abbiamo optato per l’utilizzo della resina all’interno del pigmento. È una premessa necessaria quando si parla di ‘gettabilità’, in quanto agli albori della stampa a pigmento si pensava che la resina impattasse negativamente sul getto dell’inchiostro. Oggi non è più così, tanto che abbiamo raggiunto risultati di gettabilità ottimali. La gamma cromatica più ampia che abbiamo è quella della serie Digistar K-CHOICE – 11 colori ai quali possiamo aggiungere altre varianti su richieste specifiche dei clienti. Creare colori non è un limite della stampa a pigmento, anche se qualche ostacolo rimane: la stampa dei colori fluorescenti. Si tratta di un limite tecnologico – legato alla dimensione del pigmento – che probabilmente verrà superato, anche se non nell’immediato. Sul fronte della solidità dei colori, gli inchiostri a pigmento raggiungono risultati generalmente buoni, che possono essere ulteriormente migliorati grazie a operazioni di post trattamento mirate. Nello specifico, il pigmento vanta – per la sua natura chimica – una elevata solidità alla luce, mentre è meno resistente, a prescindere dalla tecnologia di applicazione, allo sfregamento. Per ovviare a questa criticità è necessario ricorrere al posttrattamento del tessuto stampato.

Pre e post-trattamento del tessuto: il pigmento li richiede o meno?

Il ricorso o meno a pre e post-trattamento dipende dall’applicazione finale del tessuto che si sta stampando. Non vi è una necessità specifica legata alla tecnologia: la presenza della resina all’interno dell’inchiostro a pigmento fa sì che i passaggi di pre e post-trattamento possano essere evitati. Tuttavia, per alcune applicazioni specifiche – che richiedono un particolare livello di definizione del colore e/o una elevata resistenza allo sfregamento – pre e post-trattamento sono consigliati.

Dove individuate le maggiori opportunità per gli inchiostri a pigmento?

Partecipiamo ogni anno alla fiera Heimtextil – dedicata al tessile per l’arredamento – perché siamo convinti che una delle aree col maggior spazio di crescita per il pigmento digitale sia quella del tessile per décor. In questo settore, il livello di penetrazione della stampa digitale è ancora molto basso – intorno al 5%, mentre la maggior parte dei volumi è stampata con tecnologia analogica. La stampa tessile digitale a pigmento potrebbe essere il fattore disruptive, ovvero quello che guiderà la trasformazione digitale dell’home textile. L’altra area nella quale il pigmento digitale potrebbe potenzialmente trovare un fertile terreno di sviluppo è quella del tessile per abbigliamento, in tutti i segmenti del fashion, anche se parliamo – a mio avviso – di una prospettiva di lungo termine.

E per il tessile per adv e comunicazione?

Il pigmento digitale non nasce per le applicazioni del mondo dell’adv e della comunicazione. Tuttavia, caratteristiche quali la solidità alla luce potrebbero spingere verso l’adozione di questa tecnologia – alcuni player della visual communication si stanno già muovendo in questo senso. Direi che non si tratta di un trend che vedremo esplodere nei prossimi mesi, ma a tendere anche il tessile per adv e comunicazione potrebbe vedere la penetrazione del pigmento digitale.

Uno dei temi cruciali del pigmento è quello dei costi…

Certamente. Quello del pigmento è un mercato che deve ancora assestarsi dal punto di vista dei prezzi, in quanto al momento i numeri non sono così interessanti da portare a una stabilizzazione dei costi. Ciò significa che attualmente l’inchiostro a pigmento ha costi più elevati rispetto ad altre tipologie di coloranti. Possiamo aspettarci un assesto – e dunque un abbassamento generale dei prezzi – nel medio termine. A questo proposito, concluderei con una considerazione: se fossi uno stampatore, opterei per l’adozione del pigmento non tanto per una questione di vantaggio economico, quanto piuttosto in considerazione di tutta una serie di altri benefici, quali la riduzione degli scarti e dei consumi di acqua, la possibilità di stampare su diverse fibre con la medesima tecnologia, l’ottimizzazione e l’efficientamento dell’intero processo produttivo.

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Kornit Digital

Oliver Luedtke, direttore marketing EMEA Kornit Digital

Oliver Luedtke, direttore marketing EMEA Kornit Digital

La posizione di Kornit sul pigmento digitale?

Kornit ha puntato tutto sulla tecnologia a pigmento. Di fatto, tutte le nostre soluzioni si basano su inchiostri a pigmento a base acqua. Siamo presenti nel settore della stampa tessile dal 2003 e il sistema di inchiostro NeoPigment rappresenta il cuore abilitante di molte delle nostre soluzioni, come il pre-trattamento in linea, la stampa su svariate fibre e tessuti e l’essiccazione in linea.

Velocità, consumi e costi nella vostra tecnologia?

Per quanto riguarda la stampa DTG (direct to garment), i sistemi più produttivi sono in grado di realizzare fino a 250- 300 capi all’ora. Il costo della stampa può variare in misura considerevole a seconda del design e del colore del capo (in genere da 15 centesimi di Euro a 1,50 Euro per capo). Guardando alla stampa roll-to-roll, il sistema Kornit Allegro raggiunge una produttività di 100 metri lineari all’ora (con un costo di stampa al metro quadro compreso tra 50 centesimi di Euro e a 1,50 Euro). Tali numeri includono pre-trattamento e, nel roll-to-roll, post-trattamento. I nostri inchiostri hanno conseguito la certificazione OEKO-TEX e rispettano gli standard GOTS. In questo senso, Kornit non è interessata a competere con le soluzioni di stampa a sublimazione per il segmento del soft signage. I nostri sistemi sono sviluppati e ottimizzati per la produzione di tessuti ecofriendly e totalmente privi di qualsiasi elemento tossico, destinati al contatto con la pelle e dunque rivolti ai mercati del fashion e dell’home textile.

Come intendete posizionarvi nel settore del digital textile?

Kornit guarda a una stampa a pigmento di alta qualità e dunque indirizzata ai settori della moda e dell’home textile, o alla semplice produzione di tessuti che non siano poliestere. Il nostro ambito di riferimento ideale vede questi segmenti interessati a requisiti speciali della stampa digitale, quali personalizzazione di massa o modelli di business on-demand o basati su crowd funding. L’altro aspetto sul quale puntiamo per individuare i nostri mercati di riferimento è la sostenibilità della produzione basata sul pigmento, laddove questi sistemi di stampa consumano pochissima acqua durante i processi.

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Konica Minolta

Enrico Verga, chief operating officer Konica Minolta

Enrico Verga, chief operating officer Konica Minolta

Come si colloca il pigmento digitale nella strategia tecnologica di Konica Minolta?

Nell’ottica dello sviluppo di nuovi prodotti per il settore tessile, il pigmento ricopre sicuramente un ruolo fondamentale. In ambito tradizionale, questa chimica copre più del 50% della produzione mondiale, mentre a oggi non ha avuto particolare successo nel digitale per le caratteristiche fisiche degli inchiostri ancora da perfezionare. Come Konica Minolta, abbiamo iniziato lo sviluppo di coloranti a pigmento diversi anni fa e siamo oggi a buon punto, con un discreto numero di installazioni. Il nostro obiettivo è raggiungere un livello qualitativo in linea con le richieste del mercato.

Come avete migliorato le vostre soluzioni per il pigmento digitale?

In qualità di produttori di tecnologia a trecentosessanta gradi, per questo specifico prodotto abbiamo progettato nuove teste di stampa con frequenze idonee alla gestione dei pigmenti. La perfetta compatibilità testa di stampa/ inchiostro è fondamentale per garantire una perfetta ‘runability’ del sistema di stampa, mantenendo inalterata la produttività.

In quali mercati del tessile individuate le maggiori opportunità per il pigmento?

Uno dei settori di maggiore rilievo è quello del tessile per la casa, con tutto il mondo dell’arredamento. Allo stesso tempo, il settore della moda è a sua volta alla ricerca di soluzioni innovative che semplifichino l’intero processo di stampa, pertanto anche su questo fronte potrebbe esserci spazio per il pigmento.

Quali opportunità per il pigmento nelle aree presidiate dalla stampa tessile tradizionale?

Essendo concentrati sul settore tradizionale, guardiamo con particolare interesse allo sviluppo del pigmento. A oggi questo colorante non può ancora essere proposto in alternativa al colorante reattivo, largamente utilizzato, proprio per differenze fisiche in termini di solidità e intensità. Tuttavia, i nostri laboratori stanno lavorando a una nuova release che si avvicinerà al target della stampa tradizionale. Va sottolineato che il pigmento ha come vantaggio la possibilità di essere utilizzato su tutte le tipologie di tessuto, incluse le fibre miste, pertanto sarebbe un traguardo notevole per semplificare gli attuali processi di stampa mantenendo un elevato standard qualitativo a costi contenuti.

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Mimaki – Bompan

Massimo Bompan, presidente Bompan

Massimo Bompan, presidente Bompan

Il ruolo del pigmento nella strategia di sviluppo prodotto di Mimaki?

Per rispondere in modo più puntuale e tempestivo alle esigenze del target, Mimaki ha avviato una produzione di inchiostri proprietari che includono anche quelli a pigmento. Oltre alle fabbriche giapponesi, è stato inaugurato un nuovo stabilimento produttivo anche in Europa, che ci consente di offrire ai clienti un perfetto just in time. E sono già numerose le aziende del settore tessile che stanno testando gli inchiostri a pigmento di Mimaki nelle loro linee produttive. La tecnologia inkjet a pigmento è anche al centro delle strategie commerciali di Bompan, come dimostra la recente installazione presso lo showroom della nuova TX300P-1800B, una soluzione a tappeto che impiega questa specifica formulazione di inchiostri e che è già a disposizione dei clienti per demo personalizzate.

Le ultime evoluzioni tecnologiche?

Il reparto R&D di Mimaki dedica da tempo un focus particolare allo sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia per il mercato della stampa tessile digitale. In particolare, massima attenzione è rivolta alla combinazione perfetta tra sistemi di stampa sempre più evoluti e inchiostri dedicati. In quest’ottica, Mimaki utilizza teste di stampa studiate ad hoc per ogni tipologia di inchiostro, tra cui anche quello a pigmento, garantendo una circolazione in continuo che genera la massima precisione dell’erogazione della goccia. Questa strategia permette di offrire ottime prestazioni in termini di qualità, affidabilità, produttività, che si traducono in costi di gestione complessivi molto competitivi.

Quali opportunità per il pigmento digitale?

Le formulazioni di inchiostri a pigmento per la stampa tessile sono in grado di assicurare ottimi risultati al tatto e stanno ulteriormente ottimizzando le prestazioni di resistenza allo sfregamento. A questo si somma il valore aggiunto della versatilità di stampare su un’ampia gamma di tessuti, tra cui anche il cotone, con processi di produzione più rapidi. Per queste caratteristiche, l’attuale stato dell’arte della tecnologia a pigmento promette eccezionali potenzialità di sviluppo in tutti i segmenti della stampa tessile, dal soft signage all’arredamento, dall’interior décor all’abbigliamento, alle applicazioni industriali.

I principali cambiamenti portati dal pigmento?

Se prima dell’affermazione dell’inkjet sublimatico e della tecnologia digitale a pigmento le stamperie dovevano dotarsi di attrezzature costosissime per implementare linee di produzione comprensive di pre e post-trattamento, oggi la geografia della stampa tessile sta progressivamente cambiando. Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e alla disponibilità di un range di sistemi di stampa che includono soluzioni entry level, anche le piccole aziende al di fuori dei grandi distretti tessili possono approcciare questo business.

Come il pigmento rientra nel progetto La Meccanica?

L’acquisizione di La Meccanica da parte di Mimaki Japan conferma l’importanza del mercato tessile nella nostra strategia commerciale. La sinergia tra le competenze meccaniche dell’azienda italiana e il know-how tecnologico di Mimaki consente di mettere a punto sistemi ad altissime prestazioni, già consolidati per la stampa con inchiostri acidi e reattivi, ottimizzati anche per gli inchiostri a pigmento e sublimatici. E noi di Bompan, in qualità di importatore esclusivo del brand Mimaki in Italia, ci stiamo già attrezzando per accogliere queste nuove tecnologie con grandi novità organizzative.

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