Hotel boutique come il Conference Hall di Doha nel Qatar, ristoranti come il Boom & Brass di Budapest o il The Cardinal di Saigon, ma anche yacht, jet privati, residenze principesche, club esclusivi… sono solo alcuni dei progetti firmati Visionnaire, un brand che in poco tempo ha conquistato la leadership nel panorama internazionale del luxury design. Come? Grazie a un nuovo modo di concepire l’interior design, “inteso come total look degli spazi, non come progetto d’arredo”.
Grazie alle prestigiose collaborazioni nella filiera controllata dell’artigianato italiano, Visionnaire propone oggi oltre 1.850 articoli di gran lusso: poltrone e pavimenti personalizzati, boiserie, wallpaper stampati sulla seta, porcellane, mosaici vetrificati con polveri d’oro. Tutto, in questo universo del lusso allo stato puro, è personalizzato, dalle porte alle maniglie, dai marmi alla biancheria, fino agli apparecchi audiovideo. Un lusso dal cuore verde. È l’innovativa proposta, per cui è stata scelta la parola Greenery, non soltanto Pantone dell’anno, ma simbolo di una tendenza che esplora il riavvicinamento alla natura e la ricerca del benessere uniti alla voglia di rinascita, con cui Visionnaire ha presentato la sua nuova collezione all’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano. Visionnaire è un brand della storica azienda bolognese Ipe, fondata nel 1959 dalla famiglia Cavalli e pioniera nella produzione di imbottiture in poliuretano per l’arredamento, lanciato nel 2004 da Luigi Cavalli insieme con i figli Leopold ed Eleonore, con l’obiettivo di proporre ai clienti “una nuova concezione dell’arredamento di lusso più orientato alla moda e al lifestyle”. Un’idea che si è rivelata vincente. “Visionnaire – racconta l’art director Eleonore Cavalli – in qualche modo è unica nel suo genere. E non è un caso che abbia conquistato rapidamente la leadership nel panorama internazionale del luxury design. Operiamo in oltre 55 Paesi con una capillare rete di negozi che vede in particolare 23 monomarca (quattro in Italia: due a Milano, uno a Bologna e uno a Bari) che a breve diventeranno 26 con le aperture previste a Jeddah, Beirut, Teheran e a Xiamen e X’lan con la sottoscrizione di un accordo con un’importante catena cinese”.
Perché siete unici?
Il nostro business model è la progettazione e realizzazione di interior design di lusso che non sono intesi come un mero progetto di arredamento, ma come una proposta di total look che non comprende quindi solo mobili e arredi ma anche pavimenti o boiserie. E questo è possibile solo grazie alla filiera del made in Italy, alla creatività e alle competenze artigianali di chi sa lavorare il legno, il marmo o il metallo, oltre ovviamente all’arredamento, e senza dimenticare le personalizzazioni che possono essere ottenute utilizzando anche la stampa sui materiali, a cominciare dai tessuti per il wallpaper. Competenze, quelle che si trovano in Italia, che non sono imitabili.
Quali sono i vostri clienti?
Chi, in tutto il mondo, può permettersi il massimo del lusso per una casa a Milano, Roma, Londra o Parigi piuttosto che una villa in America o in Russia, ma anche per un hotel o un ristorante, un’imbarcazione o un night club.
Il lusso, anche nell’interior design, privilegia scelte ecocompatibili?
Da alcuni anni ci interroghiamo su che cosa significhi lusso oggi. La risposta più ricorrente tra i nostri clienti e tra gli appassionati di design e di architettura come noi è spesso poter godere di un ‘cuore verde’. Basti vedere il ‘Bosco verticale’ a Milano, giudicato nel 2014 il grattacielo più bello del mondo.
Come si traduce il ‘cuore verde’ nell’utilizzo dei materiali?
Il nostro dipartimento di ricerca e sviluppo ha iniziato a sviluppare il tema dell’ecosostenibilità da quei prodotti che stanno a stretto contatto con la persona, in primis divani e letti realizzati con materiali alternativi e a basso impatto. I legni utilizzati per la realizzazione dei fusti di letti e divani vengono scelti attraverso enti che producono attraverso una filiera certificata, ovvero da piantagioni con sistema di ripopolamento vegetale. Non solo: Visionnaire rispetta il mondo animale e per questo sceglie piume di animali già destinati alla macellazione, quindi senza implicare la loro sofferenza. In sostituzione della piuma abbiamo anche scelto materiali come canapa, cotone, lana, remy, kapock e semi di miglio e lino.
Lusso, però, significa anche esclusività e personalizzazione…
Indubbiamente. A cominciare dai nostri campionari, che vengono stampati – come tutti i nostri prodotti cartacei – privilegiando sia la certificazione di ecocompatibilità sia un’altissima qualità. Questi campionari presentano i nostri disegni personalizzati per i marmi, i legni, i vetri, le porcellane, personalizzazioni create dai designer con i quali collaboriamo, con caratteristiche e peculiarità uniche. Tre anni fa, ad esempio, abbiamo realizzato per un nostro cliente un pavimento di marmo a mosaico, scelto in base al suo gusto, dal colore del marmo ai riquadri del mosaico personalizzati con una tecnica di vetrificazione a base di polveri d’argento, oro e platino a cui abbiamo aggiunto un effetto di anticatura.
Quanto oggi nell’interior design questa personalizzazione avviene ricorrendo alla stampa, compresa quella digitale?
Le collezioni realizzate dai nostri designer e poi presentate al cliente, che può chiedere un’ulteriore specializzazione, grazie anche alle nuove tecnologie, hanno visto un aumento del ricorso alla stampa. In particolare per quanto riguarda i disegni speciali per i tessuti ricamati e gli jacquard – sia per gli imbottiti, sia per gli arredi e l’interior design a cominciare dai wallpaper. Sul mercato si stampano molte tappezzerie in carta e poliestere, noi – per restare fedeli all’idea del lusso – preferiamo la stampa su basi di seta. Per quanto riguarda la personalizzazione di altri materiali, come i pavimenti di marmo, il legno delle boiserie, i vetri, le ceramiche, le tecniche di stampa oggi non sono ancora così presenti mentre – penso agli inserti di fogli in oro – si tratta di lavori artigianali fatti, per esempio, da esperti ebanisti. Ma non c’è dubbio che l’innovazione tecnologica stia aprendo nuove possibilità, anche nell’interior design di lusso, alla stampa.
Voi non stampate solo tessuti e wallpaper
È vero. Siamo un’azienda che, proprio perché opera nel lusso d’alta gamma, non può non utilizzare la carta, sebbene per la nostra comunicazione ricorriamo ovviamente anche alle potenzialità offerte dal web. Posso dire che amiamo molto la carta. Lavoriamo con cartiere specializzate che ci forniscono carte speciali e certificate Fsc per realizzare i nostri campionari, le brochure, i biglietti d’invito agli eventi e soprattutto i nostri cataloghi. Sono cataloghi brossurati a libro con tirature tra 2.000 e 2.500 copie, che distribuiamo nei nostri punti vendita, per i quali esigiamo un’altissima qualità: stampe anche su seta, quadricromie, serigrafie a caldo e stampe in oro, bassorilievi. Del resto l’immagine del brand, delle sue collezioni e delle sue realizzazioni – che oggi comprendono anche l’illuminazione – deve essere veicolata anche dal codice linguistico di un catalogo speciale per la cui stampa ci affidiamo a partner qualificati come Euroteam di Brescia e Grafiche dell’Artiere di Bologna.
Anche nel 2016 è proseguita la crescita del fatturato di Visionnaire che ha raggiunto i 42 milioni di euro (quasi il 90% realizzato all’estero) e quella dell’Ebitda che ha registrato un più 21%. Quest’anno le stime sono di mantenere una crescita in doppia cifra e arrivare a circa 50 milioni di ricavi. Target in linea con le aspettative dell’azionista di maggioranza, il fondo Ergon Capital del barone belga Albert Frére, entrato nel capitale nel 2014. Tra i mercati che vanno meglio, la Russia, nonostante gli embarghi e la crisi del rublo, continua a dare soddisfazioni così come l’Europa per cui è previsto un significativo piano di sviluppo come per gli Stati Uniti, la Cina e il Middle East. Ma Visionnaire non trascura neppure l’Africa.